Renzi chiede un nuovo contratto di Governo: “Entrino Zingaretti o Orlando oppure sarà tardi”
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“Adesso tocca a Zingaretti o al limite a Orlando. Non è in discussione Conte, ma servono scelte su Mes, Ilva, Autostrade, Recovery e legge elettorale”. A dirlo è il leader di Italia Viva e ex premier Matteo Renzi in un’intervista a Repubblica che potrebbe far entrare il governo in una nuova fase.
Conte non è in discussione, ma leader Pd devono contare di più
Secondo Renzi, “Conte non è in discussione. Il tavolo per decidere che fare è un dovere morale verso il Paese. Decidere chi deve fare quelle cose, rafforzando eventualmente la squadra, è conseguenza, non premessa, del tavolo politico. La questione riguarda soprattutto la leadership del Pd. Se il segretario Zingaretti accettasse di entrare al governo la maggioranza sarebbe più forte“. Serve quindi una verifica, un test per l’esecutivo, “non possiamo andare avanti di emergenza in emergenza solo contro Salvini. O si fa il salto di qualità ora, o mai più”, dice il leader toscano.
Nuovo contratto di governo
Quello paventato da Matteo Renzi su Rep è un nuovo contratto di governo: “Il problema del Conte1 non era l’idea del contratto, ma il suo contenuto. Bisogna cambiare i decreti sicurezza, bene la svolta di Conte su quota100, ottimo il nuovo posizionamento in Europa dietro alla Merkel e non ai gilet gialli. E se non vogliono cancellare subito il reddito di cittadinanza iniziamo col rimandare a casa Mimmo Parisi, il capo di Anpal. Lui è il responsabile del fallimento dei navigator: rimandiamolo di corsa in Mississippi. Se serve gli pago il biglietto aereo purché sia solo andata”.
Equilibri
In merito alle divergenze di vedute nella maggioranza, “Zingaretti ha vinto le Regionali, Di Maio ha vinto il referendum, Conte è il capo del governo. E noi siamo decisivi al Senato. Questa è la realtà. Siamo costretti ad andare d’accordo, costretti in nome del patriottismo democratico”, dichiara Renzi. “La strada oggi è lavorare insieme, per fare le scelte giuste in risposta alla crisi. Abbiamo bisogno di fare un viaggio per due anni e mezzo nella stessa carrozza, dico ‘organizziamoci’. Perché gli altri staccherebbero dalla locomotiva europea il vagone italiano. È il momento di mettere da parte le ripicche ed essere patrioti. Chi dice no, diserta”.