Renzi: “Ho sbagliato a non ritirarmi dalla politica dopo il referendum perso”
Matteo Renzi dice di aver sbagliato, almeno dal punto di vista personale, a non ritirarsi dopo il referendum costituzionale perso nel dicembre 2016. “Io ci credevo, ero convinto di andarmene e volevo andarmene. Ho fatto un errore a restare, ho sbagliato”, osserva il leader di Italia Viva, intervistato da Francesca Fagnani durante il programma tv Belve, su Rai2.
“Sicuramente dei risultati nel restare in campo li abbiamo prodotti”, spiega Renzi. “Ma ho fatto malissimo, dal punto di vista personale. Avevo già pronta la valigia per gli Stati Uniti”. La riflessione nasce dalla promessa che lo stesso Renzi – all’epoca presidente del Consiglio – fece in vista della consultazione popolare: “Se vince il No lascio la politica”, annunciò. Vinse il No e arrivarono le dimissioni da premier, ma Renzi ha poi continuato a fare politica, prima con il Pd e poi con il suo nuovo partito, Italia Viva.
“L’errore più grande sul referendum non è stato quello che tutti mi attribuiscono della personalizzazione, ma uno ancora più grave: far di tutto per aumentare l’affluenza”, sostiene Renzi. “I sondaggi davano il Sì al 70% con il 30% di gente che andava a votare, ma per la validità del referendum non serviva il quorum. Questo è l’errore politico più grande che ho fatto”.
Dopo la debacle referendaria, ricorda l’ex premier, “mi ha fatto effetto vedere le stesse persone che ti lusingavano, per non dire altre parole, che il giorno dopo ti ignorano”.
“Le dico un nome che mi costa fatica e mi dispiace molto, legato a quando, soli contro tutti, abbiamo messo Draghi al posto di Conte”, dice. “Mi ha molto colpito come Graziano Del Rio abbia fatto un appello ai nostri, agli ex, dicendo ‘lasciate Matteo venite con noi’. Quella è stata una cosa che da Graziano non mi aspettavo. Gliel’ho detto in faccia, gli ho detto che umanamente la ferita ha lasciato una cicatrice grande. Perché me lo aspettavo da tanti, da lui no”.