La crisi profonda di Renzi. Critiche e dubbi dentro Italia Viva: “Forse vuole lasciare il partito”
La crisi profonda di Renzi. Critiche e dubbi dentro Italia Viva
All’indomani dell’incontro tra Matteo Renzi ed Enrico Letta, si fanno sempre più insistenti le voci di un imminente abbandono della politica da parte del senatore di Rignano. Il motivo? Il partito è ai minimi storici nei sondaggi, ma il suo leader non sembra preoccuparsene. Dopo aver contribuito alla nascita del governo Draghi – determinando, di fatto, la caduta del Conte II – l’ex premier si è dedicato ai viaggi, volando prima alla volta di Riad, poi di Dubai, poi ancora di Dakar e infine di Manama. Senza dare spiegazioni su quali incarichi lo abbiano portato ad attraversare più volte l’Oceano mentre il mondo è bloccato dalla pandemia.
Renzi non sembra interessato fino in fondo al destino del partito e a quello del suo seggio in Senato. E i fedelissimi che hanno lasciato il Pd per seguirlo nel progetto di Italia Viva temono che di questo passo il partito sarà costretto a sciogliersi prima delle prossime elezioni, mentre la percezione pubblica del segretario perde punti dopo ogni volo intercontinentale. Renzi parla di “primavera delle idee”, una scuola di formazione politica con 500 giovani programmata per inizio settembre a Pontedilegno e, ovviamente, della nuova Leopolda a novembre.
Ma proprio come nel Pd anche in Iv ci si interroga sulla propria identità e posizionamento in vista delle amministrative. Tanto che alcuni chiedono un congresso. Renzi punta sui nomi, a Bologna propone di candidare Isabella Conti, donna di sinistra e attuale sindaca di San Lazzaro, promotrice nel suo comune degli asili nido gratis, figura su cui secondo il segretario l’intero centro sinistra dovrebbe convergere anche il virtù del fatto che si tratti di una donna. Ma a Palermo e Torino il partito sembra più orientato ad appoggiare i candidati di centro destra e dunque stringere un’alleanza con Forza Italia. Lo auspica il deputato Iv Davide Faraone. Ma dove si colloca, allora, il partito?
Intanto, in un’intervista al Corriere della Sera, l’ex premier assicura di non aver intenzione di lasciare la politica o il partito anche se “è il sogno dei suoi avversari”. “Molti di loro ci sperano, li capisco. Mi spiace deluderli: io non smetterò di fare politica”, dichiara. “Nel frattempo invece loro potrebbero iniziare a farla, magari senza pensare a me in modo ossessivo e preoccupandosi dei problemi del Paese. Tutte le volte che mi dipingono fuori dalla politica accade qualcosa”.
E se i numeri di Iv non sono un problema perché “un partito lo misuri dalle proposte che fa, da quanto incide nella vita politica, dal contributo che porta al Paese”, anche i viaggi non dovrebbero destare preoccupazione. “Quando lavoro all’estero, pago le tasse in Italia, così il contribuente non spende niente per i miei viaggi ma anzi ricava denari da questa attività. Se poi vogliamo parlare di politica estera l’Arabia Saudita è un baluardo contro l’estremismo islamico, l’Africa è centrale e bene ha fatto Draghi a cominciare dalla Libia. Ma se il problema è sulla mia persona e sull’opportunità di fare certi viaggi rispondo che io rispetto tutte le regole”, conclude Renzi. Ma i suoi si interrogano sull’opportunità di questi spostamenti e continuano a chiedersi: “Non è che ci lascia?”.