Renzi: “Conte lasci i Servizi Segreti per chiarire i rapporti con Trump”
“Se il premier mira alla conta in Parlamento per poi andare alle elezioni, vorrà dire che per lui in futuro ci saranno solo le lezioni universitarie. E la politica andrà avanti. Ora daremo la risposta che si meritano”. Italia Viva non arretra e continua a cercare lo scontro con il premier Conte, inoltre – si legge sul Corriere della Sera – pubblica una nota con cui chiede al primo ministro di “lasciare la delega per i servizi”, specificando che “va fatta chiarezza sulle visite a Roma di William Barr”, l’attorney general dell’amministrazione Trump che nell’estate del 2019 incontrò—fuori da ogni protocollo — gli 007 italiani.
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi accusa il premier di una reazione troppo tiepida nei confronti di Trump, ritenuto il vero responsabile dei disordini e dell’occupazione del Congresso, cuore della democrazia americana. Il partito del rottamatore ritiene ancora più urgente che Conte si decida a lasciare i Servizi e che “si faccia chiarezza” sulla visita nell’estate 2019 di William Barr.
Lo scorso ottobre, il New York Times raccontò quella visita e i viaggi di Barr in Italia aggirando i protocolli, nell’ambito di pressioni dell’amministrazione statunitense sull’Italia su un eventuale ruolo di Roma nell’affaire Misfud e nel potenziale coinvolgimento del governo nel Russiagate. Già all’epoca Renzi chiese al premier di “riferire al Copasir” sulla vicenda, ma aggiunse: “Conte lasci la delega ai servizi”.
Non è un caso che sia una delle precise richieste indirizzate a Palazzo Chigi già da prima di Natale, che hanno sbattuto costantemente sul muro eretto dall’avvocato, e che vengano reiterate all’indomani dell’irruzione a Capitol Hill di un gruppo di supporter di Trump.
“I fatti di Washington testimoniano che la sicurezza nazionale è tema centrale. Non possiamo non notare che Conte nel commentare quei fatti non ha citato Trump”, dice Renzi. “È stato importante che anche Johnson, altro uomo di destra, abbia detto parole durissime come la Merkel. Ha ragione Bellanova, lo ha detto Veltroni: quando c’è una ferita alla democrazia, si sta tutti dalla parte della democrazia, non è che se uno è amico di Trump non dice parole chiare”. Al Tg2 Post il pressing del fondatore di Iv che cita il capo del governo britannico e la cancelliera tedesca che non hanno risparmiato al tycoon americano parole di condanna per il suo operato, ritenendolo responsabile del caos al Congresso.