La trasformazione è avvenuta: Renzi come Berlusconi anche nel ruolo di perseguitato dalla magistratura
La trasformazione lemme lemme sta arrivando a compimento, ormai i segnali ci sono tutti e risulta perfino grottesco assistere al goffo tentativo di mimetizzazione o addirittura di negazione.
Matteo Renzi risulta indagato per finanziamento illecito e false fatturazioni insieme al manager dei vip Lucio Presta in un’inchiesta che riguarderebbe bonifici da quasi 750mila euro versati dall’agente delle star all’ex premier per il documentario Firenze secondo me e alcuni contratti per la cessione di diritti d’immagine.
In sostanza ai magistrati risulta strano che qualcuno dia così tanto credito all’immagine di Renzi che poi nei fatti risulta risibile e fallimentare (quel progetto televisivo è diventato un alambicco per pochi): su questo non possiamo che concordare. Del resto fa parte della naturale parabola del personaggio.
Noi però siamo garantisti (ma mica solo con gli amici degli amici come i garantisti pelosi che rivendono l’impunità per garantismo) e ci interessa sfogliare i commenti della giornata: tutti i giornali di centrodestra (quelli che contro Renzi a capo del PD hanno sparato cannonate) oggi titolano in sua strenua difesa: Il Giornale scrive “Attacca le toghe / Renzi indagato”, Libero “La vendetta dei Pm: Renzi indagato” e via così, tutti a incoronare Renzi come nuovo Berlusconi (anche) nel ruolo di perseguitato dalla magistratura e di agnello sacrificale nella lotta tra i buoni (gli indagati) e il male (i magistrati).
Ti aspetteresti che Renzi, almeno per la sua provenienza politica e per i suoi trascorsi, prendesse le distanze da questa tossica e ventennale narrazione e invece Matteo pubblica lesto lesto un video sui social (ma come? Ma mica la politica non si faceva sui social?) e come un influencer di provincia con il suo ultimo libro in bella vista eccolo che comincia a ridiventare “il Bomba” di sempre: dice di non saperne nulla e di aspettare “gli atti e non i tweet dei giornalisti” (eppure i legali di Presta sapevano tutto, poveretto, potevano almeno fargli una telefonata) e poi via con i “non mi fermeranno”, la retorica degli “avvertimenti” e tutto il vocabolario berlusconiano.
Intanto oggi in Senato i suoi hanno applaudito convintamente Salvini nel suo discorso con cui voleva affossare il Ddl Zan. “Buon lavoro ai magistrati – dice Renzi – io non ho paura di nessuno e di niente”, ripetendo il copione che fu di Berlusconi nel 2013 nel processo sui diritti Mediaset.
La trasformazione ormai è così chiara, così nuda che viene facile immaginare che nel prossimo governo di centrodestra Italia Viva possa finalmente trovare un altro pertugio per continuare ad avere più senatori che elettori. Ancora una volta.