La prima legge della regione Sardegna a trazione leghista è la reintroduzione dei vitalizi per i consiglieri
Prima legge della regione Sardegna, che ha reintrodotto i vitalizi
Regione Sardegna vitalizi reintrodotti – A 90 giorni dall’insediamento della nuova giunta a trazione leghista, guidata dal governatore Christian Solinas, la regione Sardegna ha formulato la sua prima proposta di legge: la reintroduzione dei vitalizi.
Eliminati nel 2014, gli assegni ai consiglieri regionali tornano con un nuovo nome, quello di “indennità differite”.
La decisione ha scatenato le polemiche dell’opposizione, che ha attaccato la giunta di Solinas, “sopravvissuta” a un ricorso al Tar inerente alle elezioni dello scorso 24 febbraio.
Se fosse stato accolto, infatti, il reclamo avrebbe potuto portare all’esclusione degli otto consiglieri della Lega eletti e quindi allo scioglimento del consiglio.
La proposta di legge sulle indennità differite prevede l’introduzione di un assegno mensile da riscuotere al compimento dei 65 anni se rimasti in carica per cinque anni, ma l’età, secondo quanto dichiarato dalla capogruppo del Movimento 5 Stelle Desiré Manca potrebbe scendere a 60 per alcuni particolari casi.
Per il futuro vitalizio, inoltre, viene prevista una contribuzione a carico del bilancio del consiglio regionale che, sempre secondo quanto dichiarato da Manca, porterà le spese del consiglio, stimate in 1.149.984,00 euro all’anno, alla cifra di 5.749.920,00 euro nell’arco di tutta la legislatura.
Una tesi confermata anche da Massimo Zedda, ex sindaco di Cagliari del PD e sfidante di Solinas alle regionali, che sul proprio profilo Facebook ha anche pubblicato le foto della proposta di legge.
“La prima proposta di legge della maggioranza leghista e sardista, illustrata ai capigruppo dal presidente del Consiglio regionale, riguarda il ripristino, comunque lo si voglia giustificare e definire, degli assegni vitalizi da riconoscere ai consiglieri regionali” ha scritto Zadda su Facebook, che poi ha attaccato la maggioranza.
“Dicono sempre: “prima gli italiani, prima i sardi. Ma la verità è che pensano solo a se stessi”.
“Pensano solo ai privilegi e alle pensioni per i consiglieri regionali” ha continuato Zadda sul suo post.
Michele Pais, presidente dell’Assemblea della Sardegna, dal canto suo ha detto che ai consiglieri “Non andrà un euro in più” e che la legge “è la riproposizione letterale del testo che deriva dall’accordo Stato-Regioni in attuazione della legge di bilancio dello Stato e dalla Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali”.
Certo è che i tempi con cui è stata presentata la proposta di legge ha insospettito i più.
Sono in molti, infatti, a denunciare il fatto che la legge possa essere stata presentata in vista di un possibile ritorno alle urne, smentito poi dalla decisione del Tar arrivata nel primo pomeriggio di giovedì 13 giugno.