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Home » Politica

Numero dei parlamentari, il confronto tra Camera e Senato di Italia e resto d’Europa

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Numero parlamentari, confronto Camera e Senato Italia e resto d’Europa

In Italia infiamma il dibattito sul referendum per il taglio del numero dei parlamentari: ogni giorno si confrontano gli esponenti del fronte del No e di quello del Sì, con dati e analisi che la controparte finisce sempre per bollare come mera propaganda. Una delle tesi dei fautori del Sì al referendum è che, abbassando il numero dei deputati a 400 e quello dei senatori a 200, l’Italia si omologherebbe al resto d’Europa in quanto a numero di parlamentari ogni 100mila abitanti. Ma è davvero così? Per farlo, è utile confrontare il numero dei membri di Camera e Senato tra il nostro Paese e quello dei principali Paesi dell’Unione europea. Pur nella consapevolezza che non tutti gli altri Stati hanno un sistema di bicameralismo perfetto, ma vantano invece una Camera bassa direttamente eletta e una alta con elezione indiretta.

Attualmente, la Camera dei deputati conta 630 eletti. Quella italiana è tra le Camere basse con il maggior numero di deputati in Europa, superata solo dal Bundestag tedesco (709 parlamentari), che però ha un numero variabile di eletti, con un numero minimo tassativo di 598 componenti. Segue la Camera dei Comuni del Regno Unito (650 componenti). Poi la Francia con 577, la Polonia (460), la Spagna (350), la Svezia (349), la Romania (329), la Grecia (300), la Bulgaria (240), il Portogallo (230), la Repubblica Ceca (200), l’Ungheria (199), l’Austria (183), la Danimarca (179). Con il taglio dei deputati, l’Italia con 400 membri passerebbe dal terzo al quinto posto di questa classifica.

Il rapporto con il numero dei cittadini

Ciò che conta, inoltre, non è solo il numero di parlamentari in assoluto, ma il rapporto tra questi e la grandezza della popolazione di ciascun Paese. La Germania, Paese con il maggior numero di abitanti in Unione europea (82 milioni), conta circa 0,9 deputati ogni 100mila cittadini. Rapporto pressoché identico anche per la Francia (67 milioni di abitanti), che ha però meno deputati dell’Italia. La Spagna, che ha molti meno deputati dell’Italia, vanta 0,8 parlamentari ogni 100mila abitanti. Al momento invece l’Italia ha circa un deputato per ogni 100mila abitanti. Con il taglio dei parlamentari, questo rapporto arriverebbe a 0,7. Il più basso di tutta Europa.

Guardando gli ultimi posti di questa graduatoria, inoltre, si può capire come i Paesi più piccoli – e quindi con il minor numero di cittadini – abbiano un rapporto tra deputati e abitanti molto più elevato. Basti pensare a Malta, che ha una media di 14,3 deputati per ogni 100mila abitanti. Situazione simile in Lussemburgo (10 deputati ogni 100mila cittadini), e in Estonia (7,7).

La difficile comparazione al Senato

Il confronto tra il Senato italiano e quello del resto d’Europa, invece, è più complicato: non tutti gli Stati membri, come detto, ha una struttura bicamerale e non sempre la Camera alta viene direttamente eletta dai cittadini. In molti di questi casi, inoltre, le funzioni assegnate alle Camere alte sono diversamente modulate rispetto alle Camere basse, in base ai rispettivi ordinamenti. Diventa quindi difficile fare un confronto. La maggior parte dei Paesi dell’Ue (15 su 28) non ha una seconda Camera. Oltre all’Italia, ce l’hanno anche Austria, Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia e Spagna. Ma solo in Polonia, Repubblica Ceca, Romania e Slovenia anche i membri della Camera alta vengono eletti direttamente dai cittadini.

Per quanto riguarda i numeri assoluti, la Camera alta più numerosa è di gran lunga quella inglese: la House of Lords, infatti, annovera 792 membri. Tuttavia, la nomina dei Lords è a vita e non c’è un numero massimo di membri consentiti. Inoltre, ci sono alcuni Lords di diritto, esponenti della Chiesa anglicana, e altri che hanno ereditato il seggio da un familiare (ma dal 1999 non esiste più la trasmissione ereditaria del seggio). In Francia il Senato è elettivo di secondo grado ed è composto da 348 senatori, eletti da un collegio di più di 160mila “grandi elettori” (costituito per lo più dai delegati dei Consigli municipali) e si rinnova per metà ogni tre anni. In Spagna, i membri del Senato hanno un numero variabile (oggi sono 266) e sono in maggior parte eletti a suffragio universale diretto, con una minore parte designata invece dai Parlamenti delle diciassette Comunità autonome. Molto basso, infine, il numero di senatori del Bundesrat tedesco, composto da membri dei governi dei Lander: attualmente 69. In Italia, come è risaputo, i senatori sono 315. Con la riforma, diverrebbero 200.

Leggi anche: 1. Quando il taglio dei parlamentari piaceva a tutti. Da Bozzi a Renzi: i tentativi falliti di riforma / 2. La politologa Urbinati a TPI: “Taglio dei parlamentari? Così il M5S favorisce la casta” / 3. Referendum: il PD alla ricerca di una difficile sintesi tra sostenitori del Sì e del No / 4. Taglio dei parlamentari: ecco cosa prevede la riforma e come funziona il referendum

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