Referendum sulla giustizia, Calderoli: “Da 36 ore sono in sciopero della fame”
“Dalle 23 del 31 maggio, dunque da oltre 36 ore, sto attuando il mio sciopero della fame contro il muro di silenzio eretto intorno ai cinque referendum sulla giustizia del prossimo 12 giugno. Due terzi degli italiani non sa nemmeno che si vota, figuriamoci se conoscono i quesiti”. Lo ha detto il leghista e vicepresidente del Senato Roberto Calderoli a 10 giorni dal referendum sulla giustizia promosso dal Carroccio e da + Europa.
Per sensibilizzare il pubblico il leghista bergamasco si rifà all’esperienza di Marco Pannella. “Tra le tante emergenze, nazionali ed internazionali, non vorremmo che emergesse anche una sorta di emergenza democratica latente – ha detto Calderoli – laddove le condizioni minime per l’esercizio di un così importante diritto costituzionale, come il referendum, venissero svilite o finanche pregiudicate”.
“Le condizioni generali avrebbero richiesto una scelta meglio ponderata anche da parte del governo circa la fissazione della data e delle modalità della stessa consultazione, circoscritta ad una sola giornata, nella domenica immediatamente susseguente alla chiusura estiva delle scuole. Questo rende ancor più paradossale il silenzio informativo cui assistiamo”, ha aggiunto. Nei 5 quesiti si affrontano i temi della riforma del Csm, l’equa valutazione dei magistrati, la separazione delle carriere tra giudici e pm, i limiti agli abusi della custodia cautelare e l’abolizione della legge Severino
“Nella giornata di mercoledi – ha fatto sapere Calderoli – ho ingerito due caffè molto zuccherati e due litri di acqua, la pressione per ora è ok, le fisiche per ora ci sono, per cui andiamo avanti così e non mollo”. A votare a favore del referendum, oltre alla Lega e ai radicali, saranno Azione e Italia Viva.