Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:06
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Politica

Reddito di cittadinanza, dopo il caso Siri ora Salvini cambia idea: “Non fa ripartire l’Italia”

Immagine di copertina
Matteo Salvini

Abbassare le imposte è l’unica via per far tornare a crescere l’Italia: il reddito di cittadinanza non fa ripartire il Paese. Lo ha detto Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno, a margine di una conferenza stampa tenutasi dopo l’incontro con il premier ungherese Viktor Orban a Budapest.

Nello specifico, il leader della Lega Salvini ha detto che “ridurre tasse e burocrazia in Italia è l’unico modo per far ripartire l’economia del Paese, perché puoi mettere una toppa con il reddito di cittadinanza per aiutare chi non ce la fa, ma è chiaro ed evidente che non è questo lo strumento che fa ripartire un’economia”. Qui tutte le ultime notizie sul reddito di cittadinanza: non perdertele!

È l’epilogo di una giornata all’insegna dello scontro tra M5S e Lega. L’apice si è visto chiaramente nella serata del 2 maggio, quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiesto le dimissioni di Armando Siri, sottosegretario ai Trasporti indagato per corruzione (qui abbiamo raccontato chi è Siri; qui tutta la vicenda ricostruita).

La stoccata finale di Salvini sul reddito di cittadinanza, provvedimento approvato dal governo giallo-verde e al centro del programma elettorale del M5S, è la risposta del leader leghista alla giornata di fuoco andata in scena a Roma. E anche un modo per rilanciare con più forza la necessità di ampliare al più presto la flat tax.

Conte, che il 30 aprile è volato a Tunisi insieme a Luigi Di Maio e Salvini, ha tuttavia già detto che “non è questo il momento opportuno” per parlare della proposta in materia fiscale voluta dal leader leghista.

E sempre sulla flat tax, rispondendo a una domanda su quando quest’ultima verrà estesa a tutti coloro che hanno un impiego, Salvini ha detto: “Per me anche domani”, aggiungendo poi che auspica che non ci sia nessuno al governo che ostacoli la flat tax per arginare quella che lui stesso definisce un'”emergenza nazionale”.

Il vicepremier ribadisce così il suo impegno per la riduzione delle tasse e un aumento dei salari. E lo fa citando il caso dell’Ungheria, dove le imposte sulle aziende sono al 9 per cento e quelle sulle persone fisiche al 15, con il lavoro e gli stipendi in crescita (+ 5 per cento lo scorso anno), sostiene Salvini.

Per questo – secondo Salvini – è necessario attuare una tassa piatta (o flat tax, appunto) anche in Italia per le imprese e le famiglie. “Tutto il resto è noia”, ha concluso il vicepremier.

Lo scontro politico e mediatico M5S-Lega è ora drammaticamente aperto su più fronti (il tema caldo di oggi è sulle province), in un clima reso ancora più incandescente dalle imminenti elezioni europee del prossimo 26 maggio.

Gli ultimi sondaggi indicano che la Lega è il primo partito, in vantaggio netto rispetto al Movimento 5 Stelle e al Pd, che avrebbe guadagnato consensi negli ultimi mesi (qui l’articolo completo con gli ultimi sondaggi aggiornati).

Sulla questione del reddito di cittadinanza è intervenuto anche Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico: “Il vicepremier finalmente dice la verità, ma dov’era quando approvavano la Legge di Bilancio o il Decretone? Al governo interessano solo poltrone e sondaggi, dell’Italia non gli importa nulla. Vadano a casa”.

Con la visita a Budapest del 2 maggio il vicepremier Salvini ha rilanciato il suo progetto sovranista per una “nuova Europa”, posizionata molto più a destra e in grado di porre una protezione ai confini visto che – secondo il leader leghista – il punto non è solamente quello di provvedere a una redistribuzione dei rifugiati che già ci sono, ma fare in modo che non ne arrivino altri.

Su Siri, tema che il ministro dell’Interno ha evitato di toccare durante l’intera giornata a Budapest, ha infine detto: “In uno stato di diritto si è innocenti fino a prova contraria. A me va bene qualsiasi cosa, ma Conte me la deve spiegare. E la deve spiegare agli italiani”. Qui tutta la vicenda ricostruita.

Grillo: “Dopo il reddito di cittadinanza valutare reddito di base”

Sul reddito di cittadinanza è intanto tornato a parlare anche Beppe Grillo, il quale ha scritto sul suo blog che, a un certo punto, sarà necessario anche qui in Italia prendere in considerazione il reddito di base, “visto che il futuro prevede sempre meno lavoro e sarà veramente difficile tornare ad un periodo di piena occupazione”. Secondo Grillo, “i paesi che stanno sperimentando questo nuovo strumento sono tanti”. E quindi, in futuro, anche in Italia dovremmo iniziare a considerare il reddito di base come una possibile soluzione.

Tridico (Presidente Inps): Arriveremo a 1.3 milioni di domande per il reddito di cittadinanza

Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha ricordato nei giorni scorsi l’importanza di un provvedimento come il reddito di cittadinanza: l’Italia è uno degli ultimi paesi in Europa a mettere in atto una politica economica di questo tipo, fondamentale per combattere il dilagante tema della povertà. “Lo stato deve essere generoso con i poveri”, ha detto Tridico.

Il presidente dell’Inps si è scagliato contro il reddito d’inclusione del governo precedente, sostenendo che nei primi due mesi riuscì a raggiungere fino a 85mila domanda. Il reddito di cittadinanza, al contrario, oltre un milione “e ci aspettiamo altre 400mila” richieste. Per un totale circa di 1.3 – 1.4 milioni di domande entro il 2019. “C’è un tasso di rifiuto del 20-25 per cento, ma ci sarà un risparmio di 800 milioni, al massimo 1 miliardo”, ha concluso Tridico.

La replica di Forza Italia

La replica dell’opposizione non si è fatta attendere. Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, ha detto: “Ma chi hanno messo ai vertici dell’Inps? A sentir parlare il professor Tridico sembra di leggere il blog di Beppe Grillo”.

La Bernini sostiene che Tridico abbia intenzione di assumere 6mila nuovi dipendenti, oltre ai navigator. E si chiede: “Se questi sono i programmi, che porteranno alla decrescita infelice dell’Inps, che fine faranno le pensioni di milioni di italiani? Una domanda attuale e inquietante”.

Qui tutte le ultime notizie sul reddito di cittadinanza: non perdertele!

Ti potrebbe interessare
Cultura / Banca Ifis, presentato lo studio “Economia della Bellezza 2024”: fatturato di 192mld da oltre 700 imprese italiane
Cronaca / Lucia Aleotti del Gruppo Menarini nominata Cavaliere del Lavoro
Economia / Toulouse Team Invest, un alleato per l’internazionalizzazione del business
Ti potrebbe interessare
Cultura / Banca Ifis, presentato lo studio “Economia della Bellezza 2024”: fatturato di 192mld da oltre 700 imprese italiane
Cronaca / Lucia Aleotti del Gruppo Menarini nominata Cavaliere del Lavoro
Economia / Toulouse Team Invest, un alleato per l’internazionalizzazione del business
Economia / Futura: la prima fiera indipendente su Specialty e No/Low
Economia / Protocollo “Tolleranza Zero”: l’impegno di Generali contro le violenze e le molestie sul luogo di lavoro
Economia / “L’inganno del lavoro”: la lezione di De Masi sulla società post-industriale
Economia / Donnarumma, AD del Gruppo Fs: “Infrastrutture e tecnologia per sostenere la crescita dei passeggeri”
Economia / Un piano per l’elettricità del futuro
Economia / Flavio Briatore vende il Twiga: “Vicino l’accordo con Leonardo Maria Del Vecchio”
Economia / La politica spara su Stellantis, ma finge di dimenticare le sue colpe