Recovery, Draghi replica alla Camera: “Il piano è un investimento su futuro e giovani. Per il Sud il 40% delle risorse”
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza “permette investimenti che sarebbero stati impossibili e impensabili fino a pochi giorni fa. Tutto il piano è un investimento sul futuro e sulle nuove generazioni“. A dirlo è stato il presidente del Consiglio Mario Draghi nella sua replica alla Camera dopo la discussione di ieri sul Recovery Plan.
“Il contributo delle Camere al piano è solo all’inizio”, ha detto Draghi sottolineando l’importanza del ruolo del Parlamento. “Indubbiamente i tempi erano ristretti, ma la scadenza del 30 aprile sarà rispettata per avere fondi prima”, ha spiegato il premier, riferendosi al termine entro cui il governo invierà il Piano a Bruxelles.
Dopo la replica, alla Camera si è proceduto al voto e la risoluzione sulle comunicazioni del presidente del Consiglio è stata approvata con 442 voti a favore, 19 contrari e 51 astenuti. Il premier interverrà intanto sempre oggi alle ore 15 in Senato per presentare il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ecco i punti evidenziati dal presidente del Consiglio Mario Draghi nella sua replica a Montecitorio:
La replica di Draghi
Il presidente del Consiglio ha iniziato la replica rispondendo alle critiche sui tempi molto stretti di discussione del piano in Parlamento. “Indubbiamente i tempi erano ristretti ma la scadenza del 30 aprile non è mediatica, è che se si arriva prima si avranno i fondi prima“, ha detto Draghi in Aula alla Camera. “La commissione andrà sui mercati a fare la provvista per il fondo a maggio, poi la finestra si chiuderà nell’estate: se si consegna il piano subito si avrà accesso alla prima provvista sennò si andrà più avanti”, ha aggiunto Draghi. “Ribadisco – ha aggiunto – il profondo rispetto che il governo ed io abbiamo per il Parlamento: indubbiamente i tempi erano ristretti“.
Riguardo alle critiche arrivate circa le poche risorse ai giovani, le donne lavoratrici, il Sud e le infrastrutture digitali, Draghi ha risposto: “La mia premessa generale è che questo Piano prevede stanziamenti molto corposi, che permettono investimenti che sarebbero stati impensabili fino a poco fa. L’intero piano – afferma Draghi – è un investimento sul futuro e sulle giovani generazioni. Come ho già detto ieri, dobbiamo garantire ai nostri giovani welfare, sicurezza abitativa e un mercato del lavoro adeguato. Ieri in quest’Aula, ho parlato delle misure del Piano per le famiglie giovani, quelle per le infrastrutture sociali e le case popolari, e gli incentivi fiscali per i mutui”.
“Inoltre, il piano interviene per garantire in maniera equa e adeguata il diritto allo studio, e stanzia quasi un miliardo per gli alloggi studenteschi, 500 milioni per le borse di studio per accedere all’università. Prevede poi l’ampliamento dei dottorati, attraverso un finanziamento cumulativo di circa un miliardo”, ribadisce il premier.
“Ribadisco inoltre l’introduzione di una previsione per condizionare l’esecuzione dei progetti finanziati non solo dal PNRR, ma anche da React-Eu e dal Piano complementare, alla nuova occupazione giovanile e femminile”, assicura Draghi.
Per il mezzogiorno “il piano esplicita che le risorse corrispondono al 40 per cento a fronte del 34 per cento della popolazione, 82 miliardi sono una cifra più alta del Pil. Sono misure che si inseriscono in visione complessiva per far ripartire e accelerare una crescita del sud ferma da ormai mezzo secolo”, ha dichiarato Draghi.
“Molti di voi hanno chiesto garanzie relativamente al Superbonus“, ha sottolineato Draghi. “Ribadisco che per questa misura, tra Pnrr e Fondo complementare, sono previsti oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate dal precedente governo”.
“Per il futuro, il Governo si impegna a inserire nel Disegno di Legge di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021. Già con un dl a maggio, interveniamo con delle importanti semplificazioni per agevolare la sua effettiva fruizione” perché le procedure sono complesse.
“Abbiamo ritenuto dare un ruolo centrale a Regioni, Provincie e Comuni nel Piano, anche perché sono loro ad avere massima contezza delle esigenze dei loro territori, in particolare in ambiti quali la coesione sociale e la sanità. Non c’è lo Stato contro gli enti locali. Questa sfida si vince insieme. Inoltre, il governo del Piano prevede anche la creazione di squadre di lavoro che possano aiutare le amministrazioni locali e recepire le loro osservazioni e critiche. Per quanto riguarda il governo del Piano, questa sarà definita in un provvedimento normativo che sarà adottato a breve”.
“La riforma del fisco fa parte di quell’insieme di riforme che, sebbene non ricomprese nel perimetro delle azioni previste dal Piano, devono accompagnarne l’attuazione. La riforma fiscale è tra le azioni chiave per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese e in tal senso è parte integrante della ripresa che si intende innescare anche grazie alle risorse europee”, ha continuato Draghi. “Per riformare il sistema fiscale è auspicabile una ampia condivisione politica. Il Governo si è impegnato a presentare una legge delega entro il 31 luglio 2021. Il Parlamento sarà pienamente coinvolto e svolgerà un ruolo di primo piano attraverso l’“indagine conoscitiva sulla riforma dell’Irpef e altri aspetti del sistema tributario” avviata dalla Commissioni parlamentari e tuttora in corso di svolgimento. Le indicazioni che proverranno dal lavoro delle Commissioni saranno adeguatamente riflesse nel testo del disegno di legge delega”, dice Draghi.
“È presto, pertanto, per dare risposte su quale sarà la riforma del fisco. È essenziale che il lavoro del Parlamento giunga a compimento e che vengano fornite indicazioni politiche quanto più condivise e puntuali possibili. Per realizzare in tempi certi la riforma definendone i decreti attuativi il Governo, dopo l’approvazione della legge di delega, istituirà una Commissione di esperti”, aggiunge il premier.
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