Nonostante le tensioni e le critiche, il governo incassa 209 miliardi dal Recovery Fund. Un successo che permette a Conte di blindare l’esecutivo
Recovery Fund, Conte canta vittoria: “Il governo esce rafforzato”
“La verità è che l’approvazione di questo piano rafforza l’azione del governo italiano”: è l’alba quando il premier italiano Giuseppe Conte commenta l’accordo del Consiglio Ue sul Recovery Fund da 750 miliardi (leggi qui cosa prevede). Dopo quasi 5 giorni di trattative, briefing e bilaterali, il presidente del Consiglio è esausto, ma raggiante al tempo stesso perché consapevole di aver incassato una vittoria importante per l’Italia e per la sopravvivenza del suo esecutivo. Dei 750 miliardi totali messi a disposizione dal pacchetto di aiuti, l’Italia ne ottiene 209, il 28% del totale, di cui 81,4 miliardi in sussidi e 127,4 in prestiti. “Abbiamo anche migliorato l’intervento a nostro favore, se consideriamo la proposta originaria della commissione Ue e della presidente Von der Leyen” afferma Conte, che sottolinea: “Abbiamo conservato 81 miliardi a titolo di sussidi e abbiamo incrementato notevolmente l’importo dei miliardi concessi in prestito, passati da 91 a 127, con un aumento di 36 miliardi”.
Le trattative al Consiglio europeo restituiscono un Conte diverso all’Italia. Non più attendista e temporeggiatore, ma risolutivo e determinato a portare a casa il risultato contro tutto e tutti, soprattutto contro i Paesi cosiddetti frugali. Dietro c’è un’ottima strategia comunicativa, che ha visto il premier olandese Mark Rutte ricoprire il ruolo del brutto e cattivo e il premier italiano nei panni del “salvatore della Patria”. Da sempre criticato da stampa e avversari per il suo immobilismo, i tentennamenti e le trattative a oltranza che spesso si sono concluse con delle “non decisioni”, Conte questa volta ha giocato all’attacco, conscio che, per usare un termine calcistico, questa volta non esisteva pareggio, ma una vittoria o una sconfitta.
Fin dalle prime trattative, iniziate in piena pandemia Coronavirus quando l’Italia era ancora in lockdown, Conte ha puntato tutto sul Recovery Fund. Nella famosa conferenza stampa del 10 aprile scorso in cui si rivolse a Matteo Salvini e Giorgia Meloni affermando che il suo governo non lavorava “col favore delle tenebre”, Conte affermò che l’Italia non aveva bisogno del Mes e che l’esecutivo si sarebbe battuto per un piano di aiuti che “sia disponibile subito e sia adeguato dal punto di vista economico”. Dichiarazioni che il premier ha ribadito anche nelle settimane successive e che lo hanno costretto in un certo senso a battersi per un risultato favorevole. Ne andava della sua sopravvivenza politica. Non a caso, una delle prime dichiarazioni post accordo hanno riguardato proprio il Mes. “La mia posizione non è mai cambiata. Il Mes non è il nostro obiettivo” ha dichiarato Conte subito dopo la fine del Consiglio europeo aggiungendo anche che “Spero che questo possa contribuire a distrarre l’attenzione morbosa attorno al Mes”.
Voluto da Pd e Iv e osteggiato dal M5S, il Meccanismo europeo di stabilità è una potenziale bomba che può far deflagrare il governo Conte. E il premier lo sa bene, motivo per cui adesso, dopo aver ottenuto 209 miliardi dal Recovery Fund, Conte spera di aver accantonato definitivamente il discorso, mettendo la parola fine su un tema potenzialmente mortale per l’esecutivo. Al contrario, un risultato inferiore alle attese al Consiglio europeo avrebbero messo Conte in un angolo, subissato da attacchi e critiche dell’opposizione e anche della sua stessa maggioranza. Che Conte porti a casa un successo lo si denota anche dai commenti di avversari e non.
È il caso di Matteo Renzi, il cui partito fa sì parte della maggioranza, ma che finora non si è contraddistinto esattamente per gli elogi nei confronti del premier, che ha commentato l’accordo sul Recovery Fund come “Un ottimo risultato per l’Italia e un capolavoro politico per l’Europa”. Anche Giorgia Meloni nella giornata del 20 luglio aveva dichiarato: “Nel complesso negoziato europeo sul Recovery Fund abbiamo chiesto in Parlamento al premier Conte di giocare in attacco, perché senza l’Italia non c’è la Ue e non può esserci accordo. Se il Presidente del Consiglio difenderà fino in fondo gli interessi del popolo italiano, sappia che ci troverà al suo fianco”. Parole che non sono sfuggite al premier che subito dopo l’accordo sul Recovery Fund ha affermato: “Devo ringraziare anche le forze di opposizione, soprattutto alcuni esponenti che, pur tra legittime critiche, hanno ben compreso l’importanza storica della posta in gioco”.
Nonostante le divisioni interne, le tensioni su Autostrade, le varie anime del M5S che agitano l’esecutivo a seconda dei temi affrontati, le voci di un governissimo con Mario Draghi presidente del Consiglio e le tensioni sulle mancate alleanza in Puglia e nella Marche tra Pd e M5S in vista delle Regionali, il governo ottiene 209 miliardi, risultando il Paese che beneficerà più di tutti del pacchetto di aiuti destinato ai Pesi maggiormente in difficoltà a causa dell’epidemia di Coronavirus. Un successo che potrebbe aver blindato l’esecutivo fino al termine della legislatura.
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