79 anni fa il rastrellamento al Ghetto di Roma, Meloni: “Combattere ogni forma di antisemitismo”. La Russa: “Tra le pagine più buie della storia”
79 anni fa il rastrellamento al Ghetto di Roma: i commenti della politica
Il 16 ottobre del 1943, 79 anni fa, a Roma la furia nazifascista procedeva con il rastrellamento al Ghetto. 1.259 persone – di cui 689 donne, 363 uomini e 207 bambini – appartenenti alla comunità ebraica di Roma caddero in una vasta retata organizzata dalla Gestapo, la polizia segreta della Germania nazista. Uomini, donne e bambini furono deportati ad Auschwitz. Tornarono solo in 16. Di quel drammatico giorno hanno parlato oggi diversi politici: dalla Meloni (futura premier) a Letta, passando dal neo presidente del Senato Ignazio La Russa. Ecco le loro parole:
“E’ per Roma e per l’Italia una giornata tragica, buia e insanabile. Quella mattina, pochi minuti dopo le 5 la vile e disumana deportazione di ebrei romani per mano della furia nazifascista: donne, uomini e bambini furono strappati dalla vita, casa per casa. Più di mille persone furono deportate e di loro solo quindici uomini e una donna fecero ritorno. Nessuno dei bambini. Un orrore – scrive la Meloni – che deve essere da monito perché certe tragedie non accadano più. Una memoria che sappiano essere di tutti gli italiani, una memoria che serve a costruire gli anticorpi contro l’indifferenza e l’odio. Una memoria per continuare a combattere, in ogni sua forma, l’antisemitismo”. Giorgia Meloni e la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Duregehello – secondo quanto riportano le agenzie di stampa – si sono sentite telefonicamente questa mattina. Nel corso della chiamata la leader di Fdi ha espresso vicinanza e sostegno nel giorno in cui ricorre l’anniversario del rastrellamento del ghetto della Capitale del 1943.
“Il rastrellamento del ghetto di Roma rappresenta una delle pagine più buie della nostra storia. Quel giorno, oltre mille persone tra donne, uomini e bambini furono strappate ai loro affetti e deportate al campo di sterminio di Auschwitz. Solo 16 di loro fecero ritorno. È compito di tutti, a cominciare dalle più alte istituzioni, tramandarne il ricordo affinché in futuro non si ripetano mai più simili tragedie. Alla comunità ebraica, oggi come sempre, la mia sincera vicinanza”.
“Quel che accadde all’alba del 16 ottobre del 1943 rappresenta una delle pagine più buie, tristi e raccapriccianti della storia del nostro Paese. Più di mille ebrei, con oltre 200 bambini, furono vittime della ferocia nazista che strappò via vite facendo irruzione casa per casa. Il sabato nero del ghetto di Roma deve rappresentare una memoria indelebile affinché simili orrori non si ripetano mai più. E’ dovere delle Istituzioni mantenere sempre vivo il ricordo per contrastare qualsiasi forma di razzismo e antisemitismo”. Lo afferma il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
“Sopravvissero in 16. Il 16 ottobre 1943 il rastrellamento a Roma al Ghetto e la deportazione ad Auschwitz”, il ricordo di Letta su Twitter.
“Il 16 ottobre del 1943 le truppe nazifasciste rastrellarono e deportarono al campo di concentramento di Auschwitz oltre mille tra uomini, donne e bambini che abitavano nel Ghetto di Roma. Una ferita lacerante per la città e per l’intero Paese, una pagina nera della nostra storia che mai potrà essere cancellata”. Così Giuseppe Conte, leader del Movimento 5Stelle, su Twitter. “Questo anniversario non ci sfida a un mero esercizio di ricordo. È semmai monito affinché nelle Istituzioni e nelle nostre piazze e nelle nostre strade non sia mai abbassata la guardia contro un revanscismo culturale che ammicca a vecchie nostalgie. Affinché i valori antifascisti del nostro ordinamento costituzionale non siano mai più minacciati dalla demagogia eversiva. È un impegno che dobbiamo assolvere tutti insieme. Abbiamo il dovere morale, come cittadini e come comunità nazionale, di raccoglierlo, custodirlo e lasciarlo in dote a chi verrà dopo di noi”, aggiunge.
“Il rastrellamento del ghetto di Roma sarà sempre una pagina buia e incancellabile della nostra storia. Oltre al nostro ricordo e alla nostra solidarietà alla Comunità Ebraica, dobbiamo garantire l’impegno affinché certi orrori non si ripetano. L’antisemitismo non dev’essere mai sottovalutato o – peggio – tollerato”. Così il leader della Lega Matteo Salvini in una nota, ricordando il 16 ottobre 1943.
“Ricordare è un dovere civico. Il rastrellamento del ghetto di Roma e la deportazione di 1259 persone è una ferita che non si potrà mai rimarginare. Per questo dobbiamo continuare a combattere senza tregua contro ogni forma di intolleranza, razzismo, antisemitismo e totalitarismo”. Così Carlo Calenda su twitter.
“Una pagina buia della nostra storia che non possiamo dimenticare. Mai più”. Così in un post su instagram il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, ricordando il 16 ottobre 1943. “Alle 5.15 Del 16 ottobre 1943- prosegue il post- soldati nazisti coadiuvati da funzionari fascisti consegnarono agli abitanti di religione ebraica del ghetto di roma un biglietto con delle istruzioni precise. Costretti a mettere una vita in valigia senza sapere cosa sarà del futuro. Venti minuti dopo sarebbero dovuti essere pronti. Dei 1024 deportati al campo di sterminio di Auschwitz Birkenau, solo in 16 fecero ritorno a casa”. Zingaretti accompagna il suo post con una immagine che lo ritrae ad Auschwitz, dove “sono custodite le foto di chi non è più tornato e le testimonianze della tragedia della shoah- aggiunge- ogni anno, prima alla provincia e poi alla regione, abbiamo organizzato un viaggio della memoria in quei luoghi, per tenere viva la memoria in migliaia di studenti, nelle loro famiglie, nelle scuole”.
“Il 16 ottobre 1943 nel Ghetto di Roma i nazisti rastrellarono 1024 persone, 200 dei quali bambini. Poche ore dopo vennero deportati ad Auschwitz. Ne ritornarono solo 16. Una delle pagine più buie della nostra storia. Non dimenticare affinché non accada mai più”. Lo ha scritto, su Twitter, Piero Fassino, deputato del Partito democratico.
“Giorgia Meloni oggi, ricordando che il 16 ottobre del 1943 ci fu il drammatico rastrellamento al ghetto di Roma, ha parlato di ‘disumana deportazione di ebrei romani per mano della furia nazifascista’. A questo punto, per essere coerente, la premier in pectore deve togliere dal simbolo di Fratelli d’Italia la fiamma tricolore, ricordo di quella che arde sulla tomba di Mussolini e simbolo del fascismo italiano. Anche se l’elezione come presidenti del Senato e della Camera di un nostalgico fascista e un filo putiniano oltranzista contro diritti delle donne e della comunità Lgbtq+ sembrano andare nella direzione opposta”. Cosí i co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli e Eleonora Evi, deputati di Alleanza Verdi e Sinistra.