Le mani dei partiti sulla Rai: mentre impazza il caso Fedez sono in corso le manovre per i nuovi vertici
Rai, lavori in corso. Venerdì si è conclusa la procedura pubblica di raccolta delle candidature per il Cda di viale Mazzini. Sono arrivate parecchie centinaia di istanze ma solo pochissime arriveranno alle votazioni parlamentari per la scelta dei quattro componenti del Consiglio di nomina parlamentare e ancora meno entreranno nella short list (tre nomi per l’amministratore delegato e tre nomi per il presidente) che i cacciatori di teste di Egon Zhender consegneranno entro il 10 maggio al Ministero dell’Economia e cioè al governo.
Si annunciano scelte non facili, con tanto di braccio di ferro sotterraneo tra Draghi e i partiti. Principalmente sull’amministratore delegato (dove la scelta appare tra un interno – Marcello Ciannamea- e un esterno, anzi una esterna: Elisabetta Ripa o Laura Cioli i nomi in rialzo nelle ultime ore) ma anche sul presidente. Anzi, qui la scelta è ancora più difficile perché il nome scelto dal Governo dovrà essere confermato con il voto positivo dei 2/3 dei componenti della Commissione parlamentare di Vigilanza.
Quindi il nome del presidente dovrà avere caratteristiche di competenza tecnica e professionale per piacere a Draghi e di trasversalità politica per passare in Vigilanza. Per questo da giorni girano essenzialmente due veri nomi forti: quello di Mauro Masi e quello di Ferruccio De Bortoli.
Negli ultimi giorni è tornata a circolare anche la voce di uno scambio politico tutto interno all’area di centrodestra e cioè la rinuncia di Fratelli d’Italia alla richiesta della presidenza del Copasir – che potrebbe così rimanere alla Lega (Salvini, al di là delle frasi di circostanza, non ha nessuna intenzione di mollare la presa) o finire a Forza Italia – in cambio di quella della Rai. Ipotesi però di non facile realizzazione in virtù della ruggine crescente tra Lega e Fd.
Da ultimo c’è il “caso Andreatta”: Eleonora (Tinny) Andreatta, sponsorizzatissima da Enrico Letta per il ruolo di amministratore delegato (ma qualcuno dice anche per la presidenza) in Rai. Cosa che però appare inibita dalla regolamentazione, votata solo pochi mesi fa dalla Commissione di Vigilanza, che vieta i rientri in azienda prima di due anni.
E infatti, a quanto apprende TPI, c’è chi starebbe sondando il terreno per far si che la Commissione abolisca tale divieto. Impresa difficilissima, come avrebbero già constatato gli sponsor dell’operazione. Giunge poi un’ulteriore indiscrezione: Tinny Andreatta avrebbe cercato, senza riuscirci, di incontrare Matteo Salvini.
Intanto, si comincia a parlare anche di Reti e Tg: con i nuovi vertici appaiono decisamente a rischio le direzioni di Rai 1 (Coletta) e Rai2 (Di Meo) nonché quella di Carboni al Tg1 (con Giorgino dato in ascesa). Ma ci saranno da sciogliere anche i nodi riguardanti la Tgr, con Casarin e Pacchetti (con quest’ultimo che potrebbe prendere la direzione), e lo Sport dove – dopo il Giro d’Italia – potrebbero esserci novità: la Lega rinuncerebbe a Rai Sport in cambio della direzione della TgR e della riconferma di Sangiuliano al Tg2.
Capitolo UnoMattina: è atteso a giorni l’incontro tra l’amministrazione delegato Salini, il direttore del Tg1 Carboni e il direttore di Rai 1 Coletta per affrontare l’argomento “spacchettamento”, ovvero la divisione degli spazi tra Rete e Tg. Insomma, si va verso l’addio della tradizionale conduzione a due e alle tradizionali sinergie tra Ra1 e Tg1.