Il piano di Draghi per le nomine Rai: ecco come gestirà gli “appetiti” dei partiti
La settimana prossima dovrebbe essere quella decisiva per le nomine in Rai. Il Parlamento dovrebbe eleggere i suoi membri nel Cda , due la Camera e due il Senato. La crisi potentissima dei 5 Stelle potrebbe però mettere in discussione gli accordi, già fragili di per sé. Il candidato dei pentastellati è, come già anticipato da TPI nelle scorse settimane, l’avvocato Di Majo, ma ora dalle parti dei grillini non si è più sicuri che abbia i voti necessari.
Anche nel Pd la situazione non è chiara: Stefania Bria potrebbe essere scalzata all’ultimo momento da Stefano Menichini. Tranquilla la designazione di Rossi per la Meloni e abbastanza tranquilla la conferma del leghista Di Biasio. Anche se poi Forza Italia scalpita e se non riuscisse a piazzare la Agnes alla presidenza la vorrebbe nel Cda, magari proprio al posto di Rossi. La Meloni è già in allerta.
Incertezze ci sono sulla scelta di Ad e Presidente, nomine di spettanza diretta del Governo. Draghi sul tema si è mostrato molto vago con più autorevoli interlocutori, anche se da Palazzo Chigi trapela che super Mario prima di muoversi abbia intenzione di aspettare il 7 luglio per vedere cosa decideranno i partiti, per poi decidere di conseguenza per l’Ad (il nome sarebbe già stato individuato anche se ufficialmente è ‘top secret’ per non bruciarlo: Draghi farà molta attenzione all’aspetto economico finanziario dell’azienda di viale Mazzini) e per il presidente (su questo autorevolissime fonti spiegano che ci sarà un confronto con le forze della maggioranza).
In pole position per il ruolo di Ad restano Laura Cioli e Patrizia Grieco. Se così fosse è più facile che il presidente sia un uomo (anche se non è detto in via assoluta). Qui la scelta è molto difficile perché la nomina per essere efficace deve essere confermata dal voto positivo dei due terzi della Commissione Parlamentare di Vigilanza, un voto molto temuto da Palazzo Chigi. Tra i nomi che circolano, c’è quello di Antonio Di Bella, sperando nella sponda di Gianni Letta (che, come dicevamo, non ha ancora abbandonato l’idea di portare al vertice Simona Agnes).
Il centrodestra potrebbe giocare la carta dell’ex Dg Rai e ora banchiere Mauro Masi, un nome per molti in grado di raccogliere i necessari consensi trasversali. Molto difficile (nonostante gli sforzi di Giavazzi) un ripescaggio di Ferruccio De Bortoli; quest’ultimo avrebbe già negato la sua disponibilità.
Intanto, in attesa di conoscere i nuovi vertici di viale Mazzini, è da registrare l’exploit di Tg2 Post, programma fortemente voluto dal direttore del telegiornale Gennaro Sangiuliano e condotto da Manuela Moreno. Il talk informativo sta sbaragliando sempre più spesso la concorrenza dei programmi analoghi su La7 e Rete 4 arrivando persino a toccare punte del 7,5% di share. Altra gustosa news da viale Mazzini: Roberto Sergio, di questi tempi in grande spolvero e sempre in attesa di una promozione a “Dg” starebbe pensando di portare sulle frequenze di Radio Rai la premiata coppia Fiorello-Amadeus. Nelle intenzioni dovrebbero avere un programma tutto loro, cucito su misura, da trasmettere, ça va sans dire, anche in TV via Raiplay. Se son rose, fioriranno.
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