Quirinale: Draghi resta il favorito, ma spunta a sorpresa un nuovo nome
In queste giornate di scambi di auguri, trapela anche il “sentiment” di deep state e grandi elettori in vista della grande battaglia per il Quirinale. Al momento viene dato in forte ascesa Mario Draghi, con il 40% di possibilità di essere eletto, poi (a sorpresa ma non troppo) c’è Gianni Letta al 20%. Giuliano Amato è in forte discesa (viene dato al massimo con il 15% di possibilità di farcela) così come anche Silvio Berlusconi (10%) che vede ogni giorni che passa sfuggirgli di mano la possibilità che sia lui a succedere a Sergio Mattarella.
In ribasso anche le quotazioni di Pierferdinando Casini (10%). Fuori dai giochi ogni possibile nome femminile, a cominciare da quello di Marta Cartabia (5%). Ma siamo soltanto agli inizi del “great game”, le cose possono ancora cambiare. Intanto, a quanto si apprende, subito dopo la chiusura del discorso di fine anno, c’è stata una calorosissima telefonata tra il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il Capo dello Stato Sergio Mattarella. È stato il presidente del consiglio a chiamare per complimentarsi. Successivamente, alle 23, è arrivata anche la nota ufficiale di palazzo Chigi: “Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ringrazia il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per l’invito all’unità nazionale, alla solidarietà, al patriottismo. Sono parole che toccano il cuore di tutti i cittadini. È il miglior augurio di buon anno per l’Italia”.
Chi invece non ne ha voluto sapere di commentare il discorso di commiato del Capo dello Stato è stato Silvio Berlusconi. Per alcuni è la riprova che il leader di Forza Italia continua a sognare il Colle. Tanto che avrebbe deciso di non commentare il discorso di fine anno di Sergio Mattarella, pur di evitare strumentalizzazioni e interpretazioni sbagliate. Meglio dunque limitarsi a un ‘neutro’ messaggio di auguri a tutti gli italiani sui profili social (postato non a caso giusto qualche minuto dopo l’intervento del capo dello Stato) che rilasciare dichiarazioni alle agenzie di stampa (a differenza degli anni scorsi).
Sarà. Perché secondo fonti molto autorevoli, invece, Berlusconi è rimasto totalmente spiazzato dal discorso del Capo dello Stato. Soprattutto laddove ha tracciato l’identikit del futuro presidente della Repubblica ribadendo la necessità che sia super partes, “spogliandosi di ogni precedente appartenenza per farsi carico solo del bene comune”. Parole che ad Arcore sono suonate come un de profundis per chi come Berlusconi è stato ed è tutt’ora leader di un partito politico. Da qui la scelta del silenzio.
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