Tassa di successione, Provenzano difende la proposta di Letta: “Basta timidezze, vogliamo giustizia sociale”
La proposta del segretario Pd Enrico Letta di aumentare le tasse di successione per le eredità milionarie, allo scopo di finanziare i più giovani, trova pieno sostegno nell’ex ministro per il Sud e vicesegretario dem Peppe Provenzano, che in un’intervista pubblicata oggi su Repubblica esprime parole di apprezzamento e incoraggiamento per l’idea avanzata dall’ex premier. “Enrico ha avuto coraggio”, dice Provenzano nell’intervista. “È il primo segretario del Pd che propone un aumento delle tasse per i super ricchi con una esplicita finalità di giustizia sociale“.
“Dopo Berlusconi e la timidezza del centrosinistra del passato, l’Italia sulla successione è diventata una sorta di paradiso fiscale. E questo ha contribuito a rendere la nostra società quella con il più alto grado di disuguaglianza e la più bassa mobilità sociale”, spiega Provenzano. “Noi, a differenza di Salvini, siamo pronti a fare la riforma fiscale complessiva”, prosegue. “Sosteniamo davvero Draghi, che parla di progressività, spazzando via ogni ipotesi di flat tax. Ma progressività, nel dettato costituzionale, significa questo: chi ha di più paghi di più, affinché chi ha di meno paghi di meno”.
La proposta di Letta, per il vicesegretario Pd, è minima rispetto a quanto accade sui patrimoni in Francia o Germania. “Non si tratta di prendere, come ha detto Draghi, ma di restituire alla società, di dare alla metà dei giovani italiani meno abbienti, a cui è stato sottratto molto durante la pandemia”. Provenzano conclude: “Se non lo facciamo adesso, dopo una crisi devastante che allarga i divari, soprattutto generazionali, quando lo facciamo? La verità è che in Italia per le classi dirigenti non è mai il momento di redistribuire” e “la vera anima della destra” è “la difesa dei privilegi, stavolta di una minoranza di straricchi”.
La proposta di Letta
Alla base della proposta del Pd c’è una revisione in senso progressivo delle aliquote su successioni e donazioni superiori a 5 milioni, che riguardano l’1 per cento degli italiani. Un’aliquota che oggi, per eredità o donazioni tra genitori e figli, in Italia è attualmente tra le più basse d’Europa, al 4 per cento. In Germania è al 30 per cento, in Spagna al 34 per cento, nel Regno Unito al 40 per cento, in Francia il 45 per cento.
Letta propone di usare questi fondi per assegnare una dote di 10mila euro a quella che lui stesso ha definito “generazione Covid“. Secondo i dati del Pd, la dote arriverebbe ogni anno a circa 280mila ragazze e ragazzi: al 1 gennaio 2021 i 18enni erano 566.547 e a riceverla sarebbe il 50 per cento di chi diventa maggiorenne (ovvero a chi oggi ha tra i 13 e i 17 anni) sulla base dell’Isee familiare. La somma ricevuta dovrebbe essere spesa per motivi specifici, come formazione e istruzione, lavoro e piccola imprenditoria, casa e alloggio.
La proposta per il momento è stata bocciata dal presidente del Consiglio Mario Draghi, che in conferenza stampa ha dichiarato: “Non ne abbiamo mai parlato, non l’abbiamo mai guardata ma non è il momento di prendere i soldi ai cittadini ma di darli”.
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