La protesta di Casapound: statue imbavagliate di rosso in tutta Italia contro la “censura” su Facebook
L'iniziativa a 40 giorni dalla disattivazione di account social del movimento di estrema destra
La protesta di Casapound: statue imbavagliate contro la “censura”
Statue imbavagliate per protestare contro la “censura” su Facebook: è l’iniziativa di Casapound organizzata in tutta Italia circa 40 giorni dalla disattivazione di account social del movimento di estrema destra.
La protesta simbolica interessa 100 città del Paese. In una nota Casapound dice di voler “continuare a tenere alta l’attenzione sulla censura in Rete, a 40 giorni dalla disattivazione delle sue pagine e dei profili dei suoi attivisti da parte delle piattaforme Facebook e Instagram e in attesa della prima udienza della causa intentata contro i siti di Mark Zuckerberg, fissata per il 13 novembre”.
“L’azione contro di noi – spiega il movimento – è stata probabilmente la prova generale rispetto al tentativo di mettere a tacere gradualmente la voce dei sovranisti”.
Casapound conferma anche che sarà presente alla manifestazione della Lega in programma a Roma domani, sabato 19 ottobre. “Domani pomeriggio saremo in piazza San Giovanni, senza simboli ma con centinaia di tricolori” per “arricchire anche con le nostre idee e battaglie di sempre una piattaforma programmatica, quella dell’opposizione al governo da incubo giallofucsia, che non può limitarsi ai pur fondamentali temi dell’immigrazione e della pressione fiscale, ma deve iniziare a occuparsi con forza anche di casa, lavoro, famiglia, salari e Stato sociale”.
Statue con bavaglio rosso in tutta Italia
Per dire “no alla censura” è spuntato un bavaglio rosso sulla bocca di statue come quelle di James Joyce e Gabriele D’Annunzio a Trieste e di Giorgio Emo di Capodilista e Luigi Garzoni a Udine. Ma sono state “imbavagliate” statue anche nel centro di Torino. Nel capoluogo piemontese, bavagli rossi sono stati messi sulle statue del ponte Isabella, della Fontana dei 12 Mesi, del monumento dedicato a Carlo Robilant in piazza Cavour, di piazza Solferino e al Valentino, davanti alla Facoltà di Architettura.
Statue imbavagliate anche ad Ancona e in altre città delle Marche: ad Ascoli Piceno, Macerata, Fabriano, Senigallia. Ad Ancona è stata imbavagliata la statua di ‘Violata’, ad Ascoli Piceno sono stati presi di mira i busti nel giardino comunale e la statua del beato Marcucci.
La “censura”
I profili ufficiali di Casapound sono stati bloccati lo scorso 9 settembre. Lo stesso giorno una responsabile di Facebook Italia a TPI ha spiegato che già da mesi era iniziata una “pulizia” con la rimozione di account meno in vista inneggianti il Duce e la Repubblica di Salò.
“Il principio che abbiamo utilizzato – è stato riferito dal social network – non è stato solo quello delle violazioni delle nostre policy, che comunque ci sono state e che sono state puntualmente segnalate ai titolari dei profili e delle pagine, ma in generale il fatto che i principi che loro difendono e le azioni che loro svolgono anche all’esterno della piattaforma sono di odio organizzato e di attacco contro alcune categorie: parliamo di odio contro persone per la loro religione, per la loro razza, per la loro sessualità. Parliamo, insomma, di organizzazioni che hanno un’ideologia che è contraria a termini e condizioni di Facebook. È una scelta che non riguarda solo l’Italia ma anche altri paesi dove si sono presentati casi simili”.
Non si era fatta ovviamente attendere, subito dopo la rimozione, una dura reazione del movimento. “Si tratta di un attacco senza precedenti. Siamo schifati”, commentava il presidente di Casapound Italia Gianluca Iannone.