Elezioni italiane: cosa propongono i partiti su scuola e università
Tutte le proposte sul tema dell'istruzione, punto per punto, in vista delle elezioni del 4 marzo 2018
Il 4 marzo 2018 si gioca la partita delle elezioni politiche in Italia, che si svolgeranno secondo le regole dettate dal cosiddetto Rosatellum bis, la nuova legge elettorale approvata a ottobre 2017.
Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come
Siamo ormai nel pieno della campagna elettorale, e tra proposte e promesse i partiti si stanno confrontando senza esclusione di colpi su moltissimi temi.
Leggi anche: Cinque domande ai partiti sulla politica estera
Tra questi, grande importanza è data alla questione scuola, anche per via dell’ultima integrale revisione del sistema scolastico voluta dal governo Renzi nel 2015 (la “Buona Scuola”) che negli ultimi anni ha acceso il dibattito pubblico.
Leggi anche: Che cosa dicono i programmi dei partiti sull’immigrazione
Non a caso accorgimenti e migliorie alla recente riforma vengono presentate dai programmi di ognuna delle principali forze in campo. Ecco cosa propongono in concreto.
- Più libertà di scelta per le famiglie nell’offerta educativa e sanitaria
- Incentivazione della competizione pubblico-privato a parità di standard
- Abolizione di “anomalie e storture” della cosiddetta “Buona scuola”
- Piano per l’edilizia scolastica
- Centralità del rapporto docente-studente nel processo formativo
- Sostegno all’aggiornamento e meritocrazia
- Azzeramento progressivo del precariato
- Rilancio dell’Università italiana per farla tornare una piattaforma primaria della formazione
- Sostegno ed aiuto all’associazionismo sportivo quale strumento di crescita sociale
- Nuova legge sull’editoria con misure di sostegno per tutte le filiere del libro
- Potenziamento delle competenze di lettura e ragionamento logico matematico
- Erasmus della cultura: rete europea di luoghi del sapere che ospitino scambi per studenti in alternanza, universitari o tirocinanti in ambito culturale
- Innovazione didattica e metodologica, sostenendo l’apprendimento permanente, trasversale e digitale
- Ridefinizione di obiettivi e modalità di attuazione concreta dell’alternanza-scuola lavoro
- Potenziamento dell’offerta di tempo pieno nelle scuole elementari
- Riassegnazione di compiti e funzioni dei dirigenti scolastici non strettamente connessi al “fare scuola”
- Espansione della pratica della valutazione e dell’autovalutazione nelle scuole
- Opportunità di crescita professionale ai docenti e formazione continua
- Riconoscimento della funzione specifica del personale Ata anche nel supporto alla didattica e nella relazione con gli studenti
- Istituzione di “aree di priorità educativa” nelle aree marginali con i più alti tassi di abbandono e di povertà
- Reclutamento di 10mila ricercatori in 5 anni, promozione delle reti inter-universitarie di ricerca, piano straordinario di investimenti in ricerca di base, nuovo centro internazionale di ricerca a Napoli
- Maggiore autonomia alle università nella gestione delle proprie risorse umane e finanziarie, senza “punti organico”
- Semplificazione ed abbattimento degli oneri burocratici per atenei e docenti
- Livelli essenziali e omogenei delle prestazioni per il welfare studentesco, maggiori borse di studio, costo standard di sostenibilità nelle scuole per promuovere il pluralismo educativo
- Introduzione di lauree professionalizzanti per incentivare le immatricolazioni da istituti tecnici e professionali
- Spesa pubblica per l’istruzione incrementata dal 7.9 al 10.2 per cento
- Abolizione della riforma Gelmini: meno alunni per classe, reintroduzione del tempo pieno e della compresenza di più docenti
- Reintroduzione delle ore di geografia, musica, storia dell’arte ed educazione civica
- Introduzione dell’educazione alimentare, ambientale e all’affettività e parità di genere
- Eliminazione del “contributo volontario” all’atto dell’iscrizione
- Rimodulazione, se necessaria, dei finanziamenti pubblici attualmente destinati alle scuole paritarie private (escludendo scuole dell’infanzia e nidi comunali)
- Riscrittura della legge 62/2000, rendendo chiara e netta la distinzione tra scuole statali e scuole private
- Più strutture statali su tutto il territorio nazionale, particolarmente per la fascia d’età 0-6 anni
- Abolizione della legge 107/2015 (“Buona Scuola”)
- Promozione dell’utilizzo delle nuove tecnologie, libri digitali e gratuiti e didattica maggiormente esperienziale
- Formazione iniziale e in servizio obbligatoria e retribuita per tutti i docenti
- Maggiore riconoscimento della professione docente: incremento stipendiale in linea con la media europea
- Eliminazione della cosiddetta “Buona scuola”
- Obiettivo fondamentale: contrasto alla dispersione scolastica, creando condizioni di uguaglianza sostanziale
- Scuola realmente gratuita
- Riqualifica ed ampliamento del “tempo scuola”
- Moltiplicazione dell’offerta pubblica dei nidi, universalità della scuola dell’infanzia
- Stabilizzazione degli insegnanti precari con un piano pluriennale, adeguamento degli stipendi di docenti e personale Ata agli standard europei
- Revisione dell’alternanza scuola-lavoro, rendendo volontaria l’adesione
- Piano di conversione ecologica per l’edilizia scolastica
- Investimento sul diritto allo studio e progressiva gratuità dell’accesso: abolizione delle tasse universitarie, valorizzazione di professori e ricercatori, borse di studio e residenze per gli aventi diritto, stabilizzazione dei precari dell’Università e del sistema pubblico di ricerca, nuovi criteri di valutazione dei singoli e delle istituzioni nella ricerca