Caso Ruby Ter, la Cassazione annulla 23 assoluzioni: “Bisogna fare il processo d’appello”
La sesta sezione della Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione per 23 imputati del processo Ruby Ter. I giudici di legittimità hanno stabilito che si dovrà tenere un processo d’appello a Milano nei loro confronti per il reato di corruzione in atti giudiziari.
Tra gli imputati interessati dalla pronuncia – emessa nel mattino di oggi, lunedì 14 ottobre – c’è anche Karima El Mahrough detta “Ruby”, la ragazza oggi 31enne protagonista dello scandalo che travolse l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Il processo riguarda la presunta corruzione di testimoni del processo Ruby Uno allo scopo di favorire lo stesso Berlusconi.
Il 15 febbraio 2023, in primo grado, il Tribunale di Milano aveva assolto tutti i 29 imputati, incluso lo stesso ex premier, nel frattempo deceduto e quindi uscito dal procedimento. La Procura meneghina aveva deciso di impugnare la sentenza facendo ricorso direttamente in Cassazione, bypassando la Corte d’appello.
Oggi la Suprema Corte ha dichiarato prescritta l’accusa di falsa testimonianza per tutti e ha respinto il ricorso dei pm riguardo l’accusa di riciclaggio nei confronti di Luca Risso, all’epoca dei fatti fidanzato di Ruby. La Corte ha invece annullato 23 assoluzioni rispetto al reato di corruzione in atti giudiziari, rinviando la decisione alla Corte d’Appello.
La pronuncia riguarda principalmente alcune delle cosiddette “olgettine”, le ragazze che partecipavano alle cene di Arcore finite nel mirino della magistratura.
Il processo d’appello, in particolare, vedrà come imputati in particolare: Ioana Amarghioale, Lisney Barizonte, Iris Berardi, Francesca Cipriani, Concetta ed Eleonora De Vivo, Karima El Mahrough, Barbara Faggioli, Manuela e Marianna Ferrera, Maria Esther Garcia Polanco, Barbara Guerra, Luca Giuliante (il primo avvocato di Ruby, ndr), Raissa Skorkina, Alessandra Sorcinelli, Silvia Ttevaini, Iona Visan, Aris Leida Espinosa, Giovanna Rigato, Giovanna Rigato, Elisa Toti, Miriam Loddo e Roberta Bonasia.
Il Tribunale di Milano aveva assolto queste persone sostenendo che nel processo Ruby Uno non avrebbero dovuto essere sentite come testimoni, bensì come imputate – perché c’erano già degli indizi a loro carico – e quindi avrebbero dovuto essere affiancate da un legale.
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