Procedura d’infrazione per il debito eccessivo: ecco le motivazioni della Commissione Ue
Procedura infrazione Ue | Motivazioni | Testo | Cosa comporta | Conseguenze
PROCEDURA INFRAZIONE UE – Oggi è arrivato il responso della Commissione europea sul debito italiano: i commissari suggeriscono ai paesi membri di aprire una procedura per debito eccessivo ai danni dell’Italia.
Nel documento in cui la Commissione Ue chiede oggi a Roma di prepararsi alla procedura di infrazione si parla di una manovra correttiva di 3-4 miliardi per evitare le sanzioni.
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L’Italia ha sforato tutti i parametri relativi al debito e al deficit. Ad essere sotto accusa è soprattutto Quota 100: il metodo ha sottratto risorse a investimenti, istruzione e lavoro.
“Il debito italiano resta una grande fonte di vulnerabilità per l’economia e le nuove misure e il trend demografico avverso capovolgono in parte gli effetti positivi delle riforme pensionistiche del passato e indeboliscono la sostenibilità a lungo termine delle finanze, danneggiata anche dall’aumento dei tassi d’interesse dei titoli di Stato osservato nel 2018 e 2019”, scrive la Commissione Ue nel rapporto sul debito italiano.
Per l’avvio formale della procedura di infrazione bisogna però attendere la decisione degli Stati membri europei, come ha ricordato il vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis.
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Per Bruxelles in Italia c’è un grave rallentamento economico. Alcuni dei fattori indicati come cause sono la “retromarcia” su alcune riforme pro-crescita del passato, come quella delle pensioni, e il deficit proiettato oltre il 3 per cento nel 2020.
Nei conti italiani 2018 e 2019 – si spiega nel rapporto – c’è una “deviazione significativa” dagli impegni presi con la Ue, che “non cambierebbe se l’impatto di bilancio del programma straordinario di manutenzione delle strade (0,18 per cento del Pil) seguito al crollo del ponte Morandi e il piano per limitare i rischi idrogeologici dovuti al maltempo venisse considerato tra gli ‘eventi eccezionali'”.
Ma non è tutto, circa 20 pagine smontano le politiche economiche di Lega e 5Stelle e le giustificazioni inviate a Bruxelles venerdì scorso con la lettera firmata dal ministro Tria. E segnalano l’arrivo della bufera europea sull’Italia gialloverde.
Al termine del documento c’è l’avvio dell’iter della procedura per debito a carico dell’Italia, un modo per contenere i rischi e per evitare che Salvini e Di Maio mettano ulteriormente in pericolo il Paese e l’area euro.
Il testo è stato reso pubblico al termine della riunione settimanale della Commissione europea di Jean-Claude Juncker e puntail dito contro le misure gialloverdi: hanno danneggiato la crescita e fatto volare spread e debito. Il rapporto sul debito italiano (articolo 126,3 del Trattato) getta luce sulla reale situazione del Paese.
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Bruxelles scrive che il debito italiano è il secondo dell’Unione e ha un peso pari a 38 mila e 400 euro per abitante più un costo annuo di circa 1000 euro a persona per finanziarlo. In aumento dall’insediamento di Salvini e Di Maio: “Da metà 2018 lo spread è aumentato di 100 punti in sei mesi, con un costo di 2,2 miliardi per i cittadini”.
Spesa in salita nel 2019. Insomma, scrive Bruxelles, “il suo ammontare impedisce all’Italia di stabilizzare l’economia in caso di crisi finanziarie e pesa sugli standard di vita delle future generazioni”.
Procedura infrazione Ue | Governo Conte
Situazione resa ancor più pericolosa dalle spese in deficit del governo Conte: “L’assenza di politiche di bilancio prudenti espone il Paese a shock di fiducia sui mercati, con un impatto negativo su economia reale e crescita”.
Poi ci sono i numeri: l’Italia nel 2018-2019 ha sforato le regole sul deficit di 11 miliardi e nel 2020 corre verso un 3,5 per cento che calpesta Maastricht. Per questo il debito è in salita: a quota 132,2 per cento del Pil nel 2018, 133,7 per cento nel 2019 e 135,2 per cento nel 2020.
In cifre significa non aver rispettato i target di riduzione del debito di 135 miliardi lo scorso anno, 162 miliardi quest’anno e di 171 il prossimo (7,5-9-9,5 per cento del Pil). Dunque l’Italia è fuori da tutti i parametri Ue nei tre anni coperti dal rapporto che porterà all’apertura della procedura sui conti del 2018, gli ultimi già a consuntivo.
Procedura infrazione Ue | Le motivazioni
D’altra parte i “fattori rilevanti” (le giustificazioni) della lettera del 31 maggio di Tria vengono smontati dalla Commissione. Primo, il governo attribuisce la deriva dei conti alla minor crescita dal 2018. Ecco la risposta: “È una spiegazione che mitiga solo in piccola parte la mancata riduzione del debito. Inoltre sono le scelte politiche del governo ad aver contribuito a questo rallentamento del Pil con un effetto negativo su fiducia e accesso al credito”.
E ancora, i gialloverdi incolpano Gentiloni per il deterioramento del bilancio.
Non è vero, perché la Commissione lo scorso maggio ha invitato l’esecutivo Conte a prendere le misure “per rispettare i vincoli di bilancio e a evitare allentamenti della spesa”. E Salvini e Di Maio hanno scelto di non provvedere, accusando Bruxelles calcoli sballati.
Procedura infrazione Ue | Crescita
Martedì 11 giugno si esprimeranno gli sherpa dei governi e sarà cruciale se il loro sarà un via libera secco o se chiederanno a Bruxelles di negoziare una soluzione con Roma. Quindi, il 9 luglio, i ministri Ue avranno l’ultima parola.
Se in questo mese si aprirà un negoziato, per evitare una gabbia che imporrà un rigido programma di risanamento per almeno 5 anni, pena sanzioni, l’Italia dovrà mettere sul tavolo una manovra bis di 3-4 miliardi e prendere impegni solenni sul 2020, anno in cui dovrà risanare il deficit almeno di 11 miliardi (0,6 per cento del Pil).
Non bastano le promesse della lettera di Tria per trovare i soldi mancanti, adesso l’Europa chiede i fatti.
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