Procedura infrazione: ecco la risposta del Governo alla Ue
Procedura infrazione: la risposta del Governo italiano alla UE
Procedura infrazione risposta Governo UE – Dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e quelle dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, è arrivata la risposta ufficiale del ministero delle Finanze alla UE, che oggi ha paventato la possibilità di aprire la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per debito eccessivo (qui il testo della lettera Ue all’Italia).
La lettera, pubblicata sul sito del ministero, recita: “Il Governo prende atto dell’esito della valutazione della Commissione Europea circa il rispetto della Regola di riduzione del debito nel 2018, secondo la quale vi sarebbero i presupposti per l’apertura di una procedura di disavanzo eccessivo”.
Nel testo poi si sottolinea l’impegno del Governo nell’evitare la procedura di infrazione e la volontà di dialogare con la Commissione proprio per trovare una soluzione condivisa.
Secondo quanto scritto nella lettera per ciò che concerne il 2018 è importante ricordare “che l’attuazione della politica di bilancio ha seguito l’impostazione della Legge di Bilancio approvata dal precedente parlamento senza alcun allentamento della politica fiscale. Ciò anche quando, a partire da fine estate, cominciarono a manifestarsi segnali di un indebolimento ciclico dovuto principalmente a fattori esogeni, in particolare il forte rallentamento dell’attività e delle esportazioni manifatturiere”.
“Il Governo – continua la nota – riconosce che l’impegno preso dal precedente esecutivo era di migliorare il saldo strutturale di 0,3 punti percentuali nel 2018. Tuttavia, la revisione al ribasso delle previsioni di crescita per i prossimi anni ha causato una variazione delle stime di output gap, che ha impattato sfavorevolmente anche sulle stime del saldo strutturale del 2018, comprese quelle del Governo”.
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Per quanto riguarda il 2019, invece, l’attuale esecutivo afferma che, secondo le attuali conoscenze, che potranno essere fornite in maniera più dettagliata a luglio con stime più aggiornate, l’indebitamento netto della Pubblica amministrazione sarà inferiore alla previsione della Commissione europea, che pone il deficit italiano al 2,5 per cento del Pil contro il 2,4 previsto dal Governo.
Secondo quanto anticipato stamattina dal Premier Giuseppe Conte, il monitoraggio più recente delle entrate evidenzia per l’anno in corso maggiori entrate tributarie e contributive e anche non contributive che dovrebbero portare a maggiori spese e risorse necessarie per il bilancio di assestamento pari a 0,12 punti di Pil.
Il beneficio netto per il bilancio, dunque, sarebbe di circa 0,2 punti percentuali e condurrebbe la stima di deficit al 2,2 per cento.
Questo produrrebbe un miglioramento di 0,1 punti del saldo strutturale nel 2019.
Nella missiva, poi, si sottolinea che, sulla base dei dati al momento disponibili, grazie agli effetti delle minori spese derivanti da accantonamenti prudenziali riguardanti le più cospicue misure adottate dal Governo nel corso dell’anno, vi sarebbe un ulteriore riduzione di spesa del 0,07 per cento del Pil con l’indebitamento netto si attesterebbe al 2,1, per cento del Pil.
“Si ricorda – si legge ancora nella lettera – che lo scenario programmatico di finanza pubblica per i prossimi tre anni descritto nel Programma di Stabilità e approvato dal Parlamento traccia una discesa dell’indebitamento netto fino all’1,5 per cento del PIL nel 2022, con un miglioramento complessivo del saldo strutturale di quasi 0,8 punti percentuali. L’avanzo primario raggiungerebbe il 3,1 per cento su base strutturale nel 2022”.
“Il Governo – è scritto nella conclusione della risposta alla UE – auspica la continuazione di un dialogo costruttivo con la Commissione onde arrivare ad un accordo circa le modalità con cui gli obiettivi per l’anno in corso verranno conseguiti e un sentiero di discesa del deficit coerente con gli impegni già assunti da Governo e Parlamento italiani”.
Per l’esecutivo, dunque, così come preannunciato oggi dai diversi protagonisti del Governo, non vi è bisogno di nessuna manovra correttiva poiché le stime italiane non combaciano con quelle europee.
Il braccio di ferro con la Commissione europea è appena cominciato.