Il commento virale della nuova ministra della Famiglia sul decreto Pillon: “Resterà nel cassetto”
Il commento virale della nuova ministra della Famiglia sul decreto Pillon
La neo ministra della Famiglia, Elena Bonetti, ha commentato il decreto Pillon, e il suo post è diventato virale. “Se mi hanno lasciato nel cassetto una copia del ddl Pillon? Non mi sono informata ma per quanto mi riguarda resterà nel cassetto”.
La frase di Bonetti sul ddl Pillon era stata pronunciata anche nella trasmissione di Radio24, I Padrieterni, andata in onda domenica 15 settembre 2019.
La ministra prende dunque le distanze dal ddl Pillon. In questo articolo avevamo spiegato in cosa consiste il decreto Pillon sull’affido condiviso, che nei mesi scorsi aveva creato non poche polemiche e proteste. Il ddl introduce la “bigenitorialità perfetta”: in caso di separazione di una coppia, il mantenimento dei figli, il loro affido, e di conseguenza i costi e il tempo passato con loro, devono essere equamente divisi tra padre e madre.
La distanza tra Bonetti e Simone Pillon, il senatore firmatario del tanto criticato ddl sull’affido condiviso, era evidente dai primi giorni di governo Pd-M5s. Nel commentare la nomina di Elena Bonetti, Pillon scriveva: “La lobby LGBT festeggia la nomina di Elena Bonetti al ministero della famiglia, rievocandola tra gli autori della “carta del coraggio” che nel 2014 consegnò una parte significativa dello scoutismo cattolico italiano alle posizioni LGBT friendly di Renzi e delle sue unioni civili. Gli attivisti già chiedono la legge sull’omofobia per chiudere definitivamente la bocca a chi vorrebbe fermare la dittatura gender. E questo, onestamente, mi pare un pessimo inizio”.
Qui il post:
Elena Bonetti, esponente del Pd vicina a Matteo Renzi, Bonetti ha preso il posto del leghista Lorenzo Fontana.
Elena Bonetti, 45 anni, mantovana, è una professoressa di Analisi matematica e capo dell’Agesci, associazione degli scout cattolici (qui il suo profilo completo).
Nel 2014, quando era dirigente dell’Agesci e le unioni civili non erano ancora regolamentate, Bonetti fu tra i firmatari di un appello rivolto allo Stato e alla Chiesa in cui si chiedeva proprio di riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso. “Tutti abbiamo il diritto di amare e di essere amati”, si leggeva nell’appello, la cosiddetta “Carta del Coraggio”.