Pnrr: via libera UE alla seconda rata da 21 miliardi. Bruxelles, giro di vite per gli Stati più indebitati
Pnrr: via libera UE alla seconda rata da 21 miliardi. Bruxelles, giro di vite per gli Stati più indebitati
La commissione europea ha dato il via libera alla seconda rata del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) italiano. Una tranche da 21 miliardi di euro (10 miliardi in sovvenzioni e 11 in prestiti), che vanno ad aggiungersi ai quasi 67 miliardi già sborsati durante i governi precedenti. Il piano italiano, approvato durante il secondo governo Conte, ammonta in totale 191,5 miliardi di euro, divisi in 68,9 miliardi di sovvenzioni e 122,6 miliardi di prestiti, che saranno sborsati progressivamente dall’Unione Europea fino al 2026.
La commissione aveva poi dato parere positivo il 27 settembre scorso, a tre mesi dalla richiesta avanzata dal governo italiano. Il via libera è arrivato dopo che l’esecutivo europeo ha riconosciuto il raggiungimento di 44 milestones e di un target, con 29 investimenti e 15 riforme completate nel primo semestre 2022.
A dicembre è prevista la visita di una delegazione di tecnici dell’Unione Europea in Italia per discutere con il governo della richiesta di eventuali modifiche del piano, già annunciate dal centrodestra in campagna elettorale. Nel suo discorso programmatico al Senato, in occasione del voto di fiducia al suo governo, Giorgia Meloni aveva dichiarato che saranno concordati “con la commissione europea gli aggiustamenti necessari per ottimizzare la spesa, alla luce soprattutto del rincaro dei prezzi delle materie prime e della crisi energetica”.
A Bruxelles intanto entrano nel vivo le trattative per rivedere le procedure sul rientro del debito pubblico. Domani la commissione europea presenterà un piano per rivedere alcune delle regole prima del ritorno a pieno regime nel 2024 del Patto di stabilità e crescita, sospeso all’inizio della pandemia. In base alle proposte, i paesi più indebitati potranno concordare con la commissione percorsi di riduzione del debito più realistici, con maggiori risorse da destinare agli investimenti, ma dovranno sottostare a regole più stringenti. Secondo quanto riporta il Financial Times, per i paesi più esposti le procedure sanzionatorie scaterebbero automaticaticamente nel caso di sforamento dei tetti sulla spesa pubblica. L’importo delle multe verrebbe inoltre ridotto, per rendenderle più facili da applicare. Infine i ministri dei relativi paesi potrebbero essere obbligati a intervenire di fronte al parlamento europeo per spiegare le ragioni dei deficit eccessivi.