Pillon vuole rallentare il Ddl Zan: “È una follia, prendiamoci tempo”
“Siamo ancora in tempo per fermare l’ideologia Gender. L’Italia, a differenza di paesi in cui leggi simili al ddl Zan sono entrate in vigore, può tornare al buon senso ed alla naturalità delle cose”. Ne parla alla vigilia della ripresa dei lavori sui testi Zan e Ronzulli sull’omofobia domani in Commissione Giustizia al Senato, il senatore della Lega Simone Pillon che in un colloquio con l’AdnKronos, afferma che “il Pd ha chiesto tempi rapidissimi. Noi chiediamo sia dato ascolto ai membri della società civile. Abbiamo già rinunciato a 25 nomi di associazioni che avrebbero voluto essere sentite, ora lasciamo spazio al confronto con le rimanenti audizioni”.
Per il senatore leghista, il nodo dirimente, che va stralciato dal testo del ddl Zan è l’identità di genere. Ideologia gender che “nel concetto di ‘non binary‘ contenuto con esplicito riferimento nell’articolo 1, trova il suo punto di arrivo – spiega Pillon -. Parliamo del self-id, cioè io mi identifico come voglio. Dunque il sesso dipende da una auto-percezione“.
Secondo Pillon, il testo così com’è porterebbe “a situazioni aberranti come nel caso di Laurel Hubbard, il primo sollevatore di pesi transgender qualificato per le olimpiadi di Tokyo: è biologicamente maschio ma gareggia nelle competizioni femminili, vincendo sulla pelle delle atlete femmine, costrette a competere con un uomo“.
Il senatore leghista lancia l’allarme soprattutto sull’applicazione della “self identity ai bambini”: “la storia di Robert Hoogland” – prosegue Pillon – il padre canadese sconfitto in tribunale che aveva tentato di impedire che alla figlia adolescente venisse somministrato il testosterone come parte della sua ‘transizione di genere’, insegna: in Canada la legge stabilisce che la volontà del minore è privilegiata rispetto a quella genitoriale. Ai bambini di tutte le età viene insegnato che hanno un’identità di genere che è più significativa del sesso biologico. Molte di queste attività sono nascoste ai genitori, e Hoogland ne è venuto a conoscenza solo dopo che in accordo con le linee guida statali, il consulente scolastico aveva fatto avviare alla bambina il processo di transizione all’insaputa dei genitori. Ha tentato di bloccare la transizione ma è stato condannato a sei mesi di reclusione e 30 mila dollari di multa per ostacolo alla giustizia. Una follia”.