Pina Picierno (Pd) a TPI: “Il Recovery sia incentrato su Sud e donne, o diventeremo la periferia d’Europa”
“La disoccupazione delle donne è a livelli stellari, la disparità di genere e generazionale è spaventosa: nel Sud Italia la crisi pandemica ha prodotto disuguaglianze e divari che vanno colmati o il Mezzogiorno finirà per essere la periferia d’Europa”. Pina Picierno, europarlamentare del Partito Democratico, parla a TPI di proposte e punti deboli del Recovery Fund, il fondo europeo per la ricostruzione anti crisi post Covid19.
“Una parte importante dei 209mld del Recovery Plan andranno al Sud”. Lo afferma Antonio Tajani a margine di un incontro con il ministro per il Sud Mara Carfagna. Un inizio?
Il Recovery nasce come strumento per superare le disuguaglianze prodotte dalla crisi pandemica che stiamo vivendo. Commissione e Parlamento stanno lavorando per colmare alcuni divari attraverso l’utilizzo di queste risorse. Il Mezzogiorno racchiude sicuramente varie problematiche: la disoccupazione delle donne è a livelli stellari, la disparità di genere e generazionale è in questo contesto maggiormente evidente che in altri. Ma è proprio valutando come gravi questi divari che l’Italia ha ottenuto la quota maggiore del pacchetto Next Generation a livello europeo. È vero che in precedenza nelle bozze che sono circolate c’è stata una pericolosa approssimazione sulla questione Mezzogiorno, ma è vero anche che le parole di Draghi e il suo atteggiamento generano ottimismo. Fin dai suoi primi discorsi ha voluto ribadire la necessità di ripartire dal binomio sud-donne.
Lei è stata tra le prime promotrici di una proposta importante per le donne, l'”Halfofit”. È troppo chiedere la “metà di tutto” per le donne?
È una proposta nata tra i banchi del parlamento europeo in modo trasversale tra le varie famiglie politiche, è diventata una petizione che si chiama #Halfofit e significa letteralmente “la metà di tutto” e chiede che la metà del Recovery Fund sia destinato alle donne e all’occupazione femminile. In Italia ha riscosso prima poco entusiasmo e critiche, poi – anche in base alla lettura degli ultimi dati Istat che restituiscono un quadro sconfortante sull’impatto della pandemia sulle donne, la cosa è stata accolta con maggiore enfasi. Va detto che molte delle misure adottate finora – seppur fondamentali – non sono riuscite ad aiutare le donne. Penso al blocco dei licenziamenti, perché le donne occupano il segmento più precario del mondo del lavoro. I due temi, Mezzogiorno e donne, si incrociano e si tengono insieme. Mancano le infrastrutture sociali come gli asili nido per aiutare le donne a tornare a lavoro, ma al contempo al Sud non vengono resi disponibili perché le donne non lavorano. È un cane che si morde la coda.
Di cosa abbiamo bisogno dunque?
Abbiamo sì bisogno di risorse, ma non solo, le risorse da sole non bastano. Veniamo da un trentennio in cui la retorica dei meridionali fannulloni ha oscurato ogni cosa. D’altra parte abbiamo bisogno anche di un meridionalismo non pigro. La sfida deve essere più ampia.
È che in Italia, specie al Sud, si fa fatica a spendere bene i soldi che arrivano, o a spenderli, in definitiva.
I soldi non basteranno se non saranno accompagnati da una serie di riforme che sono ancora più urgenti nel Mezzogiorno. Abbiamo un sistema fiscale iniquo che penalizza il lavoro d’impresa, abbiamo un mercato del lavoro che è sperequato ai danni di donne e giovani, abbiamo un’amministrazione della giustizia civile lenta e inefficace, abbiamo un funzionamento insufficiente della pubblica amministrazione. I ritardi pesano il doppio nel Mezzogiorno. Vedo la possibilità che la cosiddetta “questione meridionale” possa trovare una graduale soluzione attraverso un utilizzo intelligente delle risorse straordinarie che abbiamo a disposizione. Mi aspetto molto anche dal piano nazionale.
Donne al centro dei temi fondamentali, su questo versante come giudica la rivoluzione introdotta da Letta nel Pd?
Sono una femminista e ne penso tutto il bene possibile. Letta ha fatto benissimo ha indicare una rotta chiara. La accolgo con molto piacere con un “finalmente”, una svolta attesa. Il Pd aveva all’inizio lavorato molto bene su questi temi, ma poi si era un po’ perso per strada.
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