Piano rimpatri sicuri, Di Maio ha presentato il decreto per accelerare le espulsioni dei migranti irregolari
Piano rimpatri sicuri, cosa prevede il decreto presentato da Di Maio e Bonafede
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede hanno presentato il Piano rimpatri sicuri, il decreto rimpatri, che ha l’obiettivo di accelerare le espulsioni dei migranti irregolari arrivati in Italia e che non hanno i requisiti per rimanervi. Il capo politico del M5s aveva già annunciato il decreto ministeriale sui rimpatri dicendo: “Il messaggio è che è inutile venire senza i requisiti per la domanda di asilo perché vi mandiamo indietro”.
“Dobbiamo fare molto di più per il sistema dei rimpatri. Non credo che la redistribuzione sia la soluzione definitiva, ma lo step importante è fermare le partenze”, ha detto Di Maio in conferenza stampa.
L’elenco dei paesi sicuri presentato da Di Maio, e con cui fare accordi di rimpatrio, comprende Algeria, Marocco, Tunisia, Albania, Bosnia, Capo Verde, Ghana, Kosovo, Macedonia del nord, Montenegro, Senegal, Serbia e Ucraina.
“Su 7.087 arrivi nel 2019, circa un terzo appartengono a uno di questi paesi. Significa che per i meccanismi di rimpatrio, dobbiamo attendere due anni. Ora dobbiamo accelerare. Chi ha sta qui deve essere una persona che può stare qui. L’obiettivo è concludere le pratiche di espulsione entro 4 mesi e non più due anni come accade oggi. È un decreto che non urla, che fa i fatti”, spiega ancora il ministro degli Esteri.
Per Di Maio è necessario aumentare il fondo rimpatri, che serve a stimolare gli accordi internazionali con i paesi di provenienza. Dovrebbe ammontare a più di 50 milioni di euro. Si tratta di un fondo per sottoscrivere gli accordi e non per le spese correnti di rimpatrio.
“Con Paesi come Marocco e Tunisia abbiamo accordi di rimpatrio da rafforzare. L’obiettivo è stabilire relazioni tra i nostri governi e collaborare per accelerare i rimpatri. Il Marocco ha un accordo che non ha mai ratificato, e noi dobbiamo rafforzare i nostri rapporti con questo. I miei prossimi viaggi saranno in Marocco e Tunisia”, dice il ministro.
“Il piano rimpatri sicuri entra in un piano più grande del solo sistema dei rimpatri. Vogliamo agire sulla cooperazione allo sviluppo per far sì che da quei paesi non si parta più e fermare le partenze, mandando il messaggio che c’è un sistema di rimpatri. Uno dei punti critici è stabilizzare la Libia”, dice ancora il titolare della Farnesina.
Bonafede dice che il decreto ha importanti ricadute sul sistema della giustizia.
Le domande di protezione internazionale occupano grande spazio all’interno dei nostri tribunali. Il piano prevede tempi dimezzati per i paesi considerati sicuri.
I rimpatri in Italia
In Italia vi sono tre modi per allontanare chi non ha i requisiti per rimanere nel paese: il ritorno volontario, l’espulsione con obbligo di lasciare il paese con mezzi propri e il rimpatrio forzato.
Il rimpatrio forzato prevede una procedura molto costosa e macchinosa, con il risultato che sono pochissimi i migranti effettivamente rimandati nei paesi di origine, rispetto al totale degli irregolari.
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