Cuppi (Pd): “Elezioni a Bologna? Renzi usa le donne come fossero bandiere”
Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto e presidente del Pd, è stata ospite dell’Emiciclo di Roberto Bertoni, nel giorno in cui il Senato ha approvato la mozione per concedere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, lo studente detenuto da più di un anno nel carcere di Tora, in Egitto. Nell’intervista, condotta insieme a Marta Vigneri di TPI, Cuppi ha parlato a tutto tondo del futuro del partito in vista delle elezioni amministrative di ottobre e delle battaglie del passato e del presente per assicurare il rispetto dei diritti umani, contro ogni forma di discriminazione.
“Quella per la liberazione di Zaki è una battaglia che non si conclude e continuerà”, ha dichiarato Cuppi. “Il voto di oggi ha messo in evidenza l’unità di tutta l’Italia nella difesa dei diritti umani e della vita di Zaki. Un gesto importantissimo fatto da tantissime forze politiche che va oltre l’appartenenza ai partiti. Il fatto che fosse presente anche Liliana Segre, poi, dà il senso dell’importanza di questa lotta collettiva: è necessario ricordare che cosa significa essere innocenti in prigione, ha detto la senatrice a vita, che con il suo voto ha dato un esempio a tutti. Il voto all’unanimità (con la sola astensione di Fratelli d’Italia) è stato un atto politico importante. Così si dà forza al nostro Paese e a Patrick, per riuscire ad ottenere la sua liberazione. Anche a Marzabotto daremo allo studente la cittadinanza in vista del 25 aprile, una data che rappresenta la liberazione del nostro popolo e del nostro Paese”.
Anche quest’anno è fondamentale celebrare degnamente la festa della liberazione, dobbiamo farlo con più forza rispetto a quando potevamo festeggiarlo tutti insieme in un prato. Dobbiamo metterci più energia perché la celebrazione rischia di passare sotto traccia e favorire chi ogni anno puntualmente denigra le iniziative e cerca di stigmatizzare il ricordo come celebrazione di parte: ma festeggiare la liberazione significa ripercorrere la strada per la conquista della libertà. Quando ricordiamo questo non facciamo solo un’azione di ricordo e commemorazione del passato. Non solo a Montesole ma in tantissime città in questi momenti si rinnova un patto e un impegno sul presente per le battaglie che ci sono, come quella per Patrick Zaki e quella sul progetto di legge Zan contro ogni forma di discriminazione. Questo vuol dire fare memoria attiva. Lo faremo con un gesto che risponde anche alla sollecitazione dell’Anpi nazionale sulle strade della librazione. Si chiamerà “il fiore del partigiano”: chiederemo alle persone di portare dove c’è una lapide un fiore, un atto che pur essendo personale sui canali online unirà tutti quanti e avrà un valore collettivo.
È una battaglia che si conduce in Parlamento con le leggi, e nella società con la cultura e l’educazione. La proposta di legge di iniziativa popolare contro la propaganda fascista e nazista lanciata dal sindaco di Stazzema sta riscuotendo tantissimo successo e va sostenuta in tutta Italia: si sta arrivando ben oltre il risultato sperato delle 100mila firme. In tanti sono consapevoli che questa non è una battaglia anacronistica, nella realtà ci sono situazioni che ci dicono che è necessario non dare spazio di alcun tipo a chi inneggia al fascismo e al nazismo cercando di sostenere la discriminazione di persone che possono essere considerate diverse, intese come diverse da eliminare. A Bologna è stata sventata un’organizzazione che faceva apologia del fascismo e si rifaceva al terzo reich. E con tantissimi ragazzi che devono stare online per tante ore è importante fare in modo che non ci sia possibilità per persone che inneggiano alla violenza di diffondere idee che non hanno nulla a che fare con la libertà di espressione e di pensiero, anche se c’è chi cerca di dire che una legge come il ddl Zan va contro questa libertà. Non si tratta di questo, ma di meccanismi di violenza contro altre persone e contro i diritti umani.
Credo loro siano stati una risposta a tanti cittadini che sentivano di non avere più voce in capitolo, sentivano di essere distanti dalla politica. Penso ci sia una responsabilità dei partiti in questo, di non essere stati capaci di dar voce e creare una democrazia partecipata. C’è stata una sconnessione totale e ampia tra vita e quotidianità delle persone e quello che veniva deciso nei luoghi in cui si ha potere decisionale. Hanno colto questa opportunità dicendo che uno vale uno, sostenendo che tutti i cittadini devono contare, ma credo abbiano avuto la capacità di dare voce a questo scontento in quel momento. E in un certo senso di arginare derive del populismo di destra che potevano essere più pericolose. Poi hanno fatto un percorso. Io sono entrata in questo partito da poco più di un anno, non voglio dire che quella precedente non era la mia storia e non assumermi la responsabilità di quello che il partito ha fatto prima, ma mi rendo conto che la disconnessione tra politica e vita delle persone ha dato vita a certi movimenti. Ora il M5S è arrivato ad evolversi. È diventato europeista e si è avvicinato alle idee e ai valori del Pd. Sono diventati altro rispetto a quello che erano alla nascita.
Sul tema della parità di genere ci stiamo lavorando da tempo, durante il lockdown della primavera scorsa abbiamo iniziato a lavorare al women new deal, un documento con esperti di settore e varie associazioni con cui abbiamo portato avanti tante battaglie. Il fatto di essere arrivati alla elezione di due presidenti donna alla Camera e al Senato è frutto di un percorso che c’era anche prima. Non è stata una volontà del segretario che ha voluto fare un’azione simbolica, ma di un percorso che era già iniziato e dovrà essere portato avanti, che deve avere la possibilità di incidere sulla vita delle donne. Il fatto di avere donne in ruoli di potere e quindi nei luoghi in cui si decide è importante perché si porta una visione e uno sguardo diverso rispetto a quello degli uomini, spesso tenuto ai margini.
Una grande rivoluzione sarebbe il congedo paterno obbligatorio, perché vuol dire condivisione del lavoro di cura. Un’altra proposta è quella di arrivare al 60 per cento di copertura di posti negli asili nido per bambini e bambine fino ai 3 anni. Questo percorso non si fa solamente avendo persone in determinati ruoli, ma ci devono essere donne nei loghi in cui si prendono decisioni importanti per la vita delle persone. Quello che non sopporto, proprio per il fatto che mi sto battendo per l’empowerment delle donne, è che a volte si utilizzi la donna strumentalmente per finalità diverse. Il mio non era un attacco alla candidata, ma alla modalità molto maschilista con cui è stata presentata, cioè quella di dire: ‘Prendo una donna e ne faccio una bandiera’. In contrasto con il percorso che dobbiamo portare avanti.
È un partito che deve scegliere dove stare, e dove stare con lealtà, perché finché non si sa se vorrà far parte di un centro sinistra progressista ed europeista ed essere capace di dialogare con tante forze politiche sarà difficile riuscire a porre le basi per una eventuale alleanza, devono scegliere loro cosa devono fare.
Stiamo dentro a un governo che è un governo di eccezione, che sta affrontando una situazione eccezionale. La maggioranza larga risponde a questo momento eccezionale che stiamo vivendo. Dobbiamo essere concentrati sull’emergenza socio-economica e sul piano vaccinale, dobbiamo uscire da questa situazione tragica e speriamo di avviarci a un ritorno parziale alla normalità nei prossimi mesi. Si seguirà il programma di governo. Noi come Pd dobbiamo essere capaci di mantenere forte e chiara la nostra identità all’interno di una maggioranza molto larga con le forze politiche che sono al governo, ma vanno a urlare nelle piazze dando la colpa di decisioni prese da tutti solo ad una parte dell’esecutivo. Dobbiamo essere capaci di batterci per i nostri valori identitari, ma mi pare che lo stiamo facendo. Il segretario Letta nella sua relazione ha parlato di ius soli, ed è uno dei temi su cui non dobbiamo arretrare. Sarà difficile riuscire a farlo rispettando anche coloro che fanno parte della compagine governativa con noi, ma va fatto. Siamo al governo insieme, ma rimaniamo alternativi e abbiamo di fronte tanti appuntamenti elettorali in tantissimi comuni in cui dimostreremo di essere forze totalmente alternative alla destra. Dobbiamo rimanere saldi e chiarire qual è la nostra identità, per questo dobbiamo rafforzare il centro sinistra, per affrontare queste sfide.