Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 22:57
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Politica

Convincere Zingaretti o puntare su Calenda? La prima grana per Letta è sulla corsa al Campidoglio

Immagine di copertina

L’Avviso ai naviganti pesante come un macigno indirizzato ai capibastone PD (Orlando, Franceschini, Guerini) non poteva arrivare da fonte più autorevole, Giuseppe Guzzetti: “Mollate le poltrone”.

L’ex presidente di Fondazione Cariplo e Acri, uno degli uomini più potenti d’Italia è ancora ascoltatissimo in tutti gli ambienti che contano del Belpaese, Quirinale compreso.

L’uomo, col quale Enrico Letta ama confidarsi, sa interpretare perfettamente ansie e speranze del neo segretario PD e dice apertamente quello che il neo segretario non ha il coraggio di dire: se le correnti non faranno un passo indietro a cominciare dai capigruppo di Camera e Senato sarà inutile parlare di nuovo Pd e più che di fronte al Letta 1 ci ritroveremmo molto presto al Zingaretti bis.

Non per niente la prima grana di Letta segretario è l’autocandidatura, sbagliata nei tempi e nei modi, di Gualtieri a Sindaco di Roma. Si racconta infatti che il neo segretario del Pd sia molto irritato da questa improvvisa accelerazione. Non ne sapeva nulla, così come non ne sapeva nulla Nicola Zingaretti, che anzi la scorsa settimana aveva raccomandato all’ex ministro prudenza, calma, e soprattutto di fare le primarie.

Invece Gualtieri è partito come un razzo: i più maliziosi dicono per impedire a Zingaretti qualsiasi possibilità di candidatura in Campidoglio. Il Presidente della Regione va dicendo a tutti che non ci pensa proprio, ma forse dalle parti di Gualtieri non devono essersi fidati e hanno deciso di entrare in tackle su un qualsiasi ripensamento dell’ex segretario Pd.

Il risultato è stato disastroso, ed ora Letta giustamente ha fermato tutto e vuole metterci mani e testa. Che farà ora il nuovo inquilino del Nazareno? Sicuramente avrà visto i sondaggi riservati che, come anticipato da TPI, non sono affatto buoni per Gualtieri. E quindi, davanti a sé ha due strade: o convincere il riottoso Zingaretti, o portare tutto il Pd su Carlo Calenda. A meno che non voglia ripiegare su Gualtieri, magari rinforzandolo con un passaggio alle primarie. In tutti i casi per Gualtieri la strada sembra farsi in salita.

Leggi anche: 1. Le prossime mosse di Letta per il Pd. E con Draghi “parlo io” / 2. Il Segretario ZingaLetta (di G. Gambino) / 3. Si scrive Enrico Letta si legge Nicola Zingaretti: renziano ti tengo d’occhio. Ecco perché MaZinga “ci sarà”

Ti potrebbe interessare
Opinioni / Bruno Bottai: l'eloquenza del silenzio (di S. Gambino)
Opinioni / La vittoria di Bucci e l’importanza del peso demografico alle regionali
Opinioni / La gogna mediatica contro Spano ci ricorda l’intolleranza contro “il diverso” (di M. Cirinnà)
Ti potrebbe interessare
Opinioni / Bruno Bottai: l'eloquenza del silenzio (di S. Gambino)
Opinioni / La vittoria di Bucci e l’importanza del peso demografico alle regionali
Opinioni / La gogna mediatica contro Spano ci ricorda l’intolleranza contro “il diverso” (di M. Cirinnà)
Opinioni / Survival International: “Alla Cop16 in Colombia non possiamo permettere che il fallimento delle compensazioni di CO2 si ripeta anche con la biodiversità”
Opinioni / Dall’Ucraina al Libano l’Ue è condannata all’irrilevanza (di Ignazio Marino)
Opinioni / La felicità è una cosa seria (di G. Gambino)
Opinioni / Il fallimento dell’Unifil, ennesimo segno di un ordine mondiale in crisi
Opinioni / I sogni infranti della generazione infelice
Opinioni / Israele e l’ipocrisia dell’Europa sui crimini di Netanyahu
Opinioni / L’ennesimo rinvio al prolungamento della metro C e la sfiducia dei romani per le grandi opere