Il Pd valuta se rompere l’alleanza con il M5S: “Così non si va avanti”
I Dem si organizzano per una "conclusione ordinata della legislatura"
Pd valuta se rompere l’alleanza con il M5S
Il Pd valuta se rompere l’alleanza di governo. Se arrivare ad uno strappo dell’alleanza centrosinistra-M5S per aprire la strada a nuove elezioni politiche. Lo racconta un retroscena di Repubblica, che rivela l’esistenza di una sorta di road map per quella che i Dem definiscono “conclusione ordinata della legislatura”.
Il primo a pronunciare la frase sarebbe stato proprio il segretario Nicola Zingaretti. Ma anche la componente governista guidata da Dario Franceschini si sarebbe rassegnata. Mentre molti ministri ripetono che “questo governo non è in rodaggio, non è proprio partito”.
La convinzione nel Partito Democratico è che la situazione nella maggioranza di governo non possa migliorare, visto che gli strappi continui di Matteo Renzi e Luigi Di Maio continuano ad alimentare la macchina della propaganda della destra a trazione Lega.
Repubblica spiega che secondo Zingaretti un’alternativa alla rottura quasi non esiste più. E che è considerato il pericolo maggiore arrivare alle elezioni nelle condizioni peggiori.
Alla “conclusione ordinata della legislatura” secondo i Dem si arriverebbe facendo uscire il Pd dal ruolo usurante di “forza responsabile”.
“Se si accendono le fiamme, non saremo più i pompieri”, è una delle frasi che circola. L’obiettivo è poi quello di trovare o concordare un sistema che metta fine all’esperienza di governo e tornare al voto.
Pd-M5S, tre step per lo strappo
Il piano prevede tre step fino a fine anno. La prima è il caso Ilva. La crisi si aprirebbe automaticamente in assenza di una soluzione o di una via d’uscita.
La seconda tappa è la legge di Bilancio. L’esperienza di governo verrebbe chiusa in caso di approvazione “balcanizzata”.
Il terzo appuntamento è la legge elettorale. Il testo della riforma dovrà essere presentato entro dicembre. Il tentativo, in questo caso, è di tornare alle urne con un nuovo sistema. Ma se si alzeranno i veti di Italia Viva e Movimento 5 Stelle, il Pd è pronto a tenere in vita il sistema attuale. Il cosiddetto Rosatellum: due terzi di proporzionale e un terzo di maggioritario.