I giovani di InOltre lanciano una campagna social a favore della tassa di successione di Letta
I giovani dem dell’associazione InOltre-Alternativa Progressista si schierano compatti a sostegno della “dote dai 18enni” proposta dal segretario del Pd, Enrico Letta, da finanziare con un aumento della tassa di successione sui patrimoni ultramilionari. I militanti in queste ore hanno anche lanciato una campagna social per appoggiare la proposta, postando – sul modello di quella in favore del Ddl Zan – foto che li ritraggono con “dote” scritto a pennarello sulla mano.
La proposta di Letta, ricorda l’associazione giovanile interna al Partito democratico, “fa parte del nostro programma economico dal 2018”. “Nonostante riteniamo sarebbe più utile investire sul potenziamento del sistema del diritto allo studio e sugli sgravi fiscali per le nuove assunzioni, per le nuove partite iva e per le start up, la proposta della dote ai 18enni va comunque nella direzione da noi indicata”.
I militanti dem sottolineano “che l’Italia ha una un’imposizione sulle successioni e donazioni tra le più basse d’Europa, con un gettito che, nel 2018, si è attestato sugli 820 milioni di euro, ben lontano da quello ottenuto, con lo stesso strumento fiscale, da Germania, Francia e Regno Unito: rispettivamente, 14,3 miliardi, 6,8 miliardi e 5,9 miliardi”.
“Potenziare l’imposta sulle successioni e donazioni – osservano – non sarebbe solo un modo per arginare le diseguaglianze economiche (peraltro, in continuo aumento in Italia), ma anche per livellare i punti di partenza e favorire, pertanto, il merito individuale. Investire gli introiti della misura sui giovani rafforzerebbe ancor di più il principio alla base dell’intervento, quello che, secondo noi, ne motiva davvero l’implementazione: meno rendite di posizione, più meritocrazia; meno capitali cristallizzati, più opportunità per chi ha talento”.
Dall’associazione rispondono così a chi critica la proposta. “Per chi pensa che la misura sarebbe economicamente dannosa, ricordiamo che: non si tratterebbe di un prelievo fiscale fine a se stesso ma di una politica di redistribuzione nei confronti di soggetti con reddito medio-basso e, pertanto, con una propensione al consumo maggiore; nella base imponibile dell’imposta sulle successioni e donazioni non rientrano le attività produttive. Il potenziamento di tale strumento fiscale, dunque, rappresenterebbe un incentivo ad investire i grandi patrimoni personali improduttivi nell’economia reale”.