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Home » Politica

Taglio parlamentari, Parrini (Pd) a TPI: “Noi favorevoli da anni. Assurdo cambiare idea per uno sgarbo al M5s”

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Il senatore del Pd Dario Parrini. Credit: Ansa

Nel Partito Democratico si discute del referendum del 20 e 21 settembre, quello che deciderà il taglio di un terzo del numero dei parlamentari. La linea ufficiale del Nazareno è quella di un deciso sostegno al ‘sì’, anche se non mancano, come al solito, le voci contrarie. Ne parla a TPI il senatore dem Dario Parrini, Presidente della Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, e tra i sostenitori più convinti del sì al taglio dei parlamentari.

Il Pd ha convocato la direzione nazionale in cui di discuterà di referendum e riforme per il 7 settembre, una scelta che ha fatto molto discutere, soprattutto per i tempi. Nel partito diversi esponenti si sono già espressi per il No. Che discussione vi aspettate in quella sede?
Penso che la relazione del segretario Nicola Zingaretti sarà ampiamente condivisa – spiega Parrini – principalmente perché quella della riduzione dei parlamentari è una proposta che portiamo avanti da decenni e non possiamo certo rinnegarla oggi. Va poi rispettato l’accordo di Governo, quindi mi aspetto un largo voto favorevole per il sostegno al sì. Per il Pd il taglio dei parlamentari va però accompagnato dalla considerazione che da solo non basta e che servono le altre misure integrative, misure già messe in campo e che approveremo, come promesso, alla riapertura del Parlamento: dalla legge elettorale, al voto ai diciottenni al Senato, dall’abolizione della base regionale dello stesso Senato, alla riduzione dei delegati regionali per non alterare il rapporto con i parlamentari per eleggere il Capo dello Stato. Le nostre sono ragioni riformiste e non certo populiste per sostenere il sì.

Per chi sostiene il “no” tagliare i parlamentari equivale a tagliare la rappresentanza. È davvero così?
Solo in un Paese bizzarro come il nostro si può definire ‘attentato alla democrazia’ diventare come Germania, Francia e Regno Unito, sono affermazioni che fanno davvero sorridere. L’Italia diventerà semplicemente come gli altri Paesi europei, con un parlamentare eletto ogni centomila abitanti.

Tagliare i parlamentari senza modificarne le funzioni non è una resa al populismo anti-casta del M5S?
Non vedo dove sia la resa al populismo: abbiamo sempre detto che delle Camere meno numerose sarebbero state più efficaci per portare avanti il lavoro legislativo, che sarebbero state organizzate in maniera più snella e avrebbero avuto parlamentari più responsabili più facilmente giudicabili dagli elettori. Non possiamo smettere di dire ciò che abbiamo detto per trent’anni perché oggi quella proposta è stata portata avanti dal Movimento 5 Stelle: il referendum è sul merito della proposta, non sulla simpatia di Di Maio. Certo è solo un primo passo, ma non possiamo non farlo per ‘benaltrismo’. Non possiamo dire che siccome non si fa tutto non partiamo mai.

Bisognerà poi risolvere alcuni problemi più tecnici, come ad esempio evitare il rischio di sovrapposizione delle Commissioni in un Senato con meno senatori. C’è chi prospetta una paralisi.
Dire che un’assemblea legislativa non può funzionare sotto i 200 membri è qualcosa di totalmente contrario alla verità. Negli USA, con cento senatori e venti commissioni il Senato funziona benissimo. I regolamenti li modificheremo dopo, quando la riforma entrerà in vigore. Tra l’altro non si tratta neanche di apportare chissà quali modifiche, va ridotto il numero delle commissioni e va ridotto il numero dei loro membri, sono tutti interventi minimali.

Come accennato prima, è in corso una discussione sulla legge elettorale, l’8 settembre si voterà il Germanicum come testo base, mentre per venerdì 4 è stato fissato il termine per gli emendamenti alla legge Fornaro. Italia Viva chiede elezione diretta del premier e ballottaggio tra i primi due. La maggioranza procederà compatta?
Italia Viva ha detto che preferirebbe un modello basato sull’elezione diretta del premier ma è disposta a fare un accordo su un proporzionale che vada verso il modello tedesco, ovvero quello proposto dal Pd nell’ultima assemblea nazionale. Siamo stati i primi a parlare di cancellierato e sfiducia costruttiva, quindi è molto positivo che si sia avviata una discussione su questo. Non credo che ci si dividerà, per ora i segnali sono incoraggianti. Anche sullo sbarramento al 5% lo stesso Matteo Renzi si è detto favorevole e se lo dice lui mi fido.

Leggi anche:  1. Taglio parlamentari, il costituzionalista Ceccanti a TPI: “Chi votò Sì alla riforma Renzi dovrebbe rifarlo oggi. Ma preferisce attaccare il M5s” / 2. La politologa Urbinati a TPI: “Taglio dei parlamentari? Così il M5S favorisce la casta” / 3. Taglio dei parlamentari: ecco cosa prevede la riforma e come funziona il referendum 4. / Referendum, Nespolo (Anpi) a TPI: “Tagliare i parlamentari per risparmiare? No, si riducano gli stipendi” / 5. Referendum, il costituzionalista Clementi a TPI: “Tagliare il numero dei parlamentari non basta: vi spiego perché” 

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