Deputati e senatori non fanno la quarantena, e una norma glielo permette
I parlamentari non devono osservare la quarantena
I parlamentari non sono tenuti a osservare la quarantena quando rientrano da Paesi extra-europei: a spiegare l’interpretazione dei Dpcm per quanto riguarda le deroghe per i membri del Parlamento è un articolo de La Stampa, che ha analizzato una nota del ministero della Salute.
Il documento altro non è che la risposta inviata dal direttore generale Giovanni Rezza il 27 ottobre 2020 alle segreterie generali di Camera e Senato, che avevano chiesto un parere sulle regole da seguire al rientro dai viaggi. Nei Dpcm, anche in quello firmato il 2 marzo dal premier Draghi, infatti, i parlamentari non rientrano tra le categorie escluse dalla quarantena.
A farne parte invece sono “i funzionari dell’Unione Europea o di organizzazioni internazionali, gli agenti diplomatici, i funzionari e gli impiegati consolari, il personale militare, le Forze di Polizia e del sistema di informazione per la Sicurezza della Repubblica”.
Ma il Ministero della Salute nella nota ha specificato che “la deroga all’obbligo di quarantena trova applicazione anche per i parlamentari che rientrano in Italia per proseguire il mandato parlamentare”, a prescindere dalla motivazione del viaggio, quindi. I membri di Camera e Senato sono equiparati a “funzionari diplomatici” e per questo non devono osservare i 14 giorni di isolamento fidusciario anche se a motivare lo spostamento è stata una vacanza o impegni familiari e non di natura professionale.
Un dettaglio che, come spiega il quotidiano torinese, i parlamentari stessi preferiscono tacere. La senatrice del M5S Laura Bottici, questore di Palazzo Madama, ha dichiarato che l’esonero dalla quarantena vale solo per “senatori in missione, quindi nell’esercizio delle proprie funzioni e per i colleghi eletti all’estero, per andare e tornare dalla loro circoscrizione”.
Ma a confermare l’interpretazione vigente, nota a deputati e senatori, è stato Gregorio Fontana, questore della Camera in quota Forza Italia, il quale ha spiegato che all’epoca la preoccupazione era l’assenza di numeri alla Camera e, soprattutto, in Senato, motivo per cui si è preferito rendere più flessibile il rientro dei parlamentari per permettere loro di essere presenti in Aula il più possibile. Anche se ora il governo gode di una maggioranza più solida, l’esonero resta.