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Papa Francesco: ”Non siamo neutrali, ma schierati per la pace. Uso armi atomiche apertamente minacciato”

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Credit: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

Papa Francesco: ”Non siamo neutrali, ma schierati per la pace. Uso armi atomiche apertamente minacciato”

“Non siamo neutrali, ma schierati per la pace. Perciò invochiamo lo ius pacis come diritto di tutti a comporre i conflitti senza violenza”. Lo ha detto papa Francesco nella sua preghiera di pace all’interno del Colosseo per l’Incontro internazionale per la pace.

“Quest’anno la nostra preghiera è diventata un ‘grido’, perché oggi la pace è gravemente violata, ferita, calpestata: e questo in Europa, cioè nel continente che nel secolo scorso ha vissuto le tragedie delle due guerre mondiali. Siamo alla terza”, ha detto il pontefice alla manifestazione promossa dalla Comunità di Sant’Egidio sul tema “Il grido della Pace. Religioni e Culture in Dialogo”. L’incontro, nato per celebrare l’evento interreligioso di Assisi del 1986, si è concluso con un minuto di silenzio in memoria delle vittime della guerra.

Secondo Francesco, dalle tragedie dei due conflitti mondiali “le guerre non hanno mai smesso di insanguinare e impoverire la terra, ma il momento che stiamo vivendo è particolarmente drammatico”. “Per questo abbiamo elevato la nostra preghiera a Dio, che sempre ascolta il grido angosciato dei suoi figli”, ha sottolineato papa Bergoglio, parlando di fronte ai rappresentanti delle Chiese e delle comunità cristiane.

Oggi “si sta verificando quello che si temeva e che mai avremmo voluto ascoltare: che cioè l’uso delle armi atomiche, che colpevolmente dopo Hiroshima e Nagasaki si è continuato a produrre e sperimentare, viene ora apertamente minacciato”. Il papa ha poi rimarcato quanto scritto nell’enciclica Fratelli tutti: “Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male”. “Sono convinzioni che”, ha continuato Francesco, “scaturiscono dalle lezioni dolorosissime del secolo Ventesimo, e purtroppo anche di questa prima parte del Ventunesimo”.

Il pontefice ha anche rievocato le parole usate da Giovanni XXIII, durante la crisi dei missili cubani dell’ottobre 1962, quando Stati Uniti e Unione Sovietica “sembravano vicini uno scontro militare e una deflagrazione nucleare”: “Noi supplichiamo tutti i governanti a non restare sordi a questo grido dell’umanità. Che facciano tutto quello che è in loro potere per salvare la pace. Eviteranno così al mondo gli orrori di una guerra, di cui non si può prevedere quali saranno le terribili conseguenze. (…) Promuovere, favorire, accettare i dialoghi, a tutti i livelli e in ogni tempo, è una regola di saggezza e di prudenza che attira la benedizione del cielo e della terra”. “Sessant’anni dopo, queste parole suonano di impressionante attualità”, ha evidenziato Francesco.

La pace “è nel cuore delle religioni, nelle loro scritture e nel loro messaggio. Nel silenzio della preghiera, questa sera, abbiamo sentito il grido della pace: la pace soffocata in tante regioni del mondo, umiliata da troppe violenze, negata perfino ai bambini e agli anziani, cui non sono risparmiate le terribili asprezze della guerra”. Un grido della pace “spesso zittito, oltre che dalla retorica bellica, anche dall’indifferenza”. “È tacitato dall’odio che cresce mentre ci si combatte”, ha ribadito.

“L’invocazione della pace” però “non può essere soppressa”. “Sale dal cuore delle madri, è scritta sui volti dei profughi, delle famiglie in fuga, dei feriti o dei morenti. E questo grido silenzioso sale al Cielo”.

Un grido che “non conosce formule magiche per uscire dai conflitti, ma ha il diritto sacrosanto di chiedere pace in nome delle sofferenze patite, e merita ascolto”. “Merita che tutti, a partire dai governanti, si chinino ad ascoltare con serietà e rispetto. Il grido della pace esprime il dolore e l’orrore della guerra, madre di tutte le povertà”, ha sottolineato.

“Non lasciamoci contagiare dalla logica perversa della guerra; non cadiamo nella trappola dell’odio per il nemico. Rimettiamo la pace al cuore della visione del futuro, come obiettivo centrale del nostro agire personale, sociale e politico, a tutti i livelli. Disinneschiamo i conflitti con l’arma del dialogo”, l’appello di Francesco.

“Non rassegniamoci alla guerra, coltiviamo semi di riconciliazione; e oggi eleviamo al Cielo il grido della pace, ancora con le parole di San Giovanni XXIII: ‘Si affratellino tutti i popoli della terra e fiorisca in essi e sempre regni la desideratissima pace’. Sia così, con la grazia di Dio e la buona volontà degli uomini e delle donne che Egli ama”.

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