Le pagelle del Fatto Quotidiano ai ministri del governo Conte dopo 60 giorni di esecutivo
Il quotidiano ha pubblicato uno speciale che giudica l'operato dei ministri a due mesi dalla nascita del governo gialloverde
Il numero del Fatto Quotidiano oggi in edicola dedica una scheda alle pagelle dei ministri del premier Conte, considerando i lati positivi e negativi di 60 giorni di governo.
Il quotidiano diretto da Marco Travaglio l’ha definito un esecutivo “all’ombra del Colle”. Non sono stati molti i provvedimenti legislativi veri e propri che il governo è riuscito a passare. • Un mese di governo: cosa è stato fatto e cosa no
Per questo, lo speciale conclude che finora “siamo alle guerre di carta: Salvini che fa il Minniti a petto nudo; Di Maio che stravolge il Jobs Act senza toccarlo; le vittorie in Europa che sono in realtà delle non sconfitte”.
Il Fatto Quotidiano le ha però giudicate come manovre di riscaldamento in attesa dell’autunno, quando si dovranno toccare i conti pubblici.
“Se questo bizzarro esecutivo durerà, si deciderà lì”, scrivono.
Nel frattempo, queste le pagelle date dal Fatto al governo gialloverde.
Giuseppe Conte | Presidente del Consiglio dei Ministri
“Poche le partite su cui ha inciso, comunicativamente schiacciato dai suoi vice”, scrive il Fatto. “Il suo gradimento”, però, “non è sceso” perché “non avendo bisogno di rincorrere il consenso può sparire senza rischiare alcunché”.
Il premier, spesso assente dal discorso pubblico, ha rilasciato una lunga intervista a Marco Travaglio proprio per il Fatto qualche giorno fa.
Il quotidiano lo definisce “volto rassicurante dell’esecutivo giallo-verde, durante il consiglio europeo ha ottenuto al temine di una notte di trattative un documento condiviso sull’immigrazione. Poi, però, la stoccata: “è arrivato Salvini a dirgli che poteva fare di più”.
Giancarlo Giorgetti | Sottosegretario a Palazzo Chigi
Numero due di Matteo Salvini nella Lega, Giorgetti per il Fatto Quotidiano sarebbe “il vero vicepremier: l’esperienza non gli manca”.
Se a questo aggiungiamo le “deleghe pesantissime”, come quelle sull’aerospazio e alle scommesse sportive, si giunge alla conclusione che gli è stato concesso “di entrare in tutte le partite determinanti di questi due mesi, a partire dalle nomine”.
Luigi di Maio | Ministro del Lavoro e dello Sviluppo
“Ha subito per giorni l’esuberanza mediatica di Salvini. Poi ha rimediato con il decreto dignità, unico vero provvedimento del governo finora”.
Questo il giudizio del Fatto. Che però avverte: “La vera scommessa è però il dossier Ilva. Finora ha azzeccato le mosse. Gli ambientalisti sono delusi, ma se non salta tutto vince la partita”.
Danilo Toninelli | Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture
Capogruppo del Movimento al Senato, Toninelli è uno dei ministri di cui si è più sentito parlare negli ultimi mesi.
“La legge affida al suo ministero i porti e la guardia costiera. Finora è sembrato in balia delle sparate quotidiane del collega Salvini sui migranti”, lo stronca il Fatto.
Ma concede: “Le sue prime mosse sono azzeccate. Ha nominato capo di gabinetto il costituzionalista Gino Scacia, fermato la sgangherata fusione Anas-Fs, deciso di rivedere l’analisi costi benefici della Tav”.
Recentemente, Toninelli ha infatti riaperto la discussione sul Tav, il treno ad alta velocità che dovrebbe collegare Torino a Lione passando per la Val di Susa.
“Qualsiasi discussione è preceduta dall’analisi costi benefici finanziaria e la valutazione tecnico-giuridiche di tutti gli atti esistenti”, ha detto il ministro.
Aggiungendo: “Quando parliamo di costi-benefici parliamo della pelle delle gente, di vita quotidiana, di contributi pagati dai cittadini”
Matteo Salvini | Ministro dell’Interno
Il leader della Lega è uno dei personaggi più in vista del Governo Conte. Eppure, il Fatto Quotidiano lo apostrofa nella sua pagella in modo piuttosto negativo.
“Fosse per lui farebbe rimpatri di massa e deportazioni in Libia”, scrivono.
“Da quando è arrivato al Viminale a Matteo Salvini hanno spiegato che alcune cose non si possono fare. Gli basta twittarle, contribuendo all’imbarbarimento del dibattito pubblico e allo sdoganamento delle peggiori pulsioni xenofobe”.
C’è spazio anche per un po’ di debunking: “Lo sbandierato calo degli sbarchi era iniziato già con Minniti e senza l’aumento dei morti in mare che si registra da giugno”.
Un fallimento, quindi, secondo le pagelle pubblicate dal quotidiano.
Giovanni Tria | Ministro dell’Economia
Ordinario di economia politica all’Università Tor Vergata di Roma e presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione, il ministro dell’Economia viene definito dal Fatto “l’oggetto misterioso del governo Conte”.
“L’economista pare il piano fedele iscritto al governo di Mattarella: cambiamento sì ma solo in accordo con le istituzioni dell’Eurozona.”
A livello teorico, dice il Fatto, Tria è un eurocritico. “Quello che lo divide dai colleghi è la tecnica negoziale: fare i compiti a casa finora non ha portato bene”.
“La sua linea, in soldoni, è che l’Italia debba tenere buoni i mercati almeno fino a dicembre: lì, benedicente il suo dante causa Mattarella, Tria dovrà porre il veto sul nuovo pacchetto bancario (assai pericoloso per l’Italia) e non vuole farlo con lo spread a 500”, concludono.
Paolo Savona | Ministro per gli Affari Europei
Il nome che ha quasi fatto fallire i piani per un governo gialloverde, Savona viene accolto con scetticismo da chi ha redatto le pagelle.
“Savona sta lavorando ad un piano da 50 miliardi di investimenti da attuare anche usando deficit e con l’approvazione preventiva dell’Unione europea per far ripartire la crescita. Non è affatto chiaro se ci sia qualche possibilità che l’Ue approvi”, scrivono.
Il Fatto si riferisce alla recente intervista che Savona ha rilasciato al quotidiano La Verità in cui dichiara di aver trovato 50 miliardi di euro di avanzo con l’estero, da utilizzare per un mega-piano di investimenti.
“La suspance durerà poco, lo scopriremo a settembre”, dice il Fatto.
Lorenzo Fontana | Ministro alla Famiglia e Disabilità
Di uno dei ministri più controversi del governo Conte, il Fatto non ha un’opinione alta.
“Più gaffe che provvedimenti, la prima il giorno dopo l’insediamento”, scrivono.
Il ministro Fontana, storicamente leghista, ha affermato a diverse riprese che le famiglie arcobaleno non esistono, che servono più figli e meno aborti e che “bisogna evitare che venga aggirata la legge sull’utero in affitto”.