Parla il padre della ragazza che ha denunciato Leonardo La Russa: “È devastata, niente sconti ai responsabili”
“Se verrà dimostrato quello che racconta mia figlia, e io credo a mia figlia, lei resterà segnata per tutta la vita. Spero che chi deve indagare e giudicare sappia valutare oggettivamente i fatti, indipendentemente dalla potenza politica del padre”. Dopo il clamore provocato dall’iscrizione nel registro degli indagati per violenza sessuale di Lorenzo La Russa, il padre della ragazza decide di rompere il silenzio che lui e la famiglia si sono imposti a tutela della figlia.
“Non ho dubbi su quello che racconta – afferma ancora il padre della ragazza -. Da quella notte, mia figlia è devastata”.
Finora c’è una denuncia depositata dall’avvocato Stefano Benvenuto, che assiste la giovane. La ragazza sarà convocata nei prossimi giorni in procura. Davanti al procuratore aggiunto Letizia Mannella, al pm Rosaria Stagnaro e al capo della squadra mobile Marco Calì, dovrà recuperare ricordi di quella sera.
Oggi il Corriere della Sera entra nei dettagli della refertazione della clinica Mangiagalli. Le lesioni “potrebbero essere compatibili con una violenza sessuale” afferma alla testata una fonte che lavora all’inchiesta della Procura di Milano. Il racconto è ritenuto “credibile”. I pm dovranno accertare cosa è successo nell’ appartamento su due piani della famiglia La Russa nei pressi di corso Buenos Aires. L’esame ginecologico, come detto, ha accertato le tre lesioni. La questione della compatibilità è molto sdrucciolevole. Tra l’altro, spiega la testata, non sarebbe neppure un tema risolutivo per l’esito dell’inchiesta, perché il reato di violenza sessuale può essere commesso anche senza costrizione ma per induzione. Gli investigatori della Mobile di Milano acquisiranno i tabulati dei telefonini per verificare comunicazioni e movimenti delle persone coinvolte. Non sarebbe stato ancora formalmente identificato l’altro giovane che avrebbe avuto rapporti con la ragazza, anche se il suo nome di battesimo è nella querela. Saranno acquisite anche le registrazioni delle telecamere fuori e dentro la discoteca e nei pressi dell’abitazione dei La Russa.
Sempre il Corriere precisa che sono tre le ragazze — due amiche e una conoscente — dalle quali gli inquirenti potranno trarre, o come testimoni oculari di alcuni momenti cruciali o come interlocutrici nella mattina successiva di alcune chat, elementi utili a verificare l’attendibilità del racconto della 22enne. Una in particolare spiega alla ragazza che dopo il cocktail non era più in sé. “Non mi ricordo nulla. Raccontami di ieri, sono stata drogata?”. Domanda alla quale l’amica avrebbe risposto:”Non mi ascoltavi, penso ti abbia drogata. Non mi ascoltavi, poi sei corsa via perché non ti ho più trovata. Tu stavi benissimo fino a prima che ti portò il drink”. Stando alla denuncia, la giovane spiega che questa “mia amica mi ha anche detto che aveva provato a portarmi via non riuscendovi”, “mi ha riferito che dopo l’assunzione di quella bevanda alcolica da parte di Leonardo non ero più in grado di parlare. Mi disse che ero stata drogata”, e “mi scrisse di scappare”. Ed è sempre questa l’amica che ha chiamato la giovane, in lacrime, appena uscita verso le 13 e 15 da casa La Russa.