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La Nutella “arriva” dalla Turchia? Ecco cosa c’è di vero nelle parole di Salvini

Immagine di copertina

Una "storia d'amore" quella tra Salvini e la Nutella che durava da almeno 6 anni ed è stata bruscamente interrotta dopo che l'ex vice premier ha scoperto che la Ferrero usa nocciole turche per la sua prelibata crema spalmabile

La Nutella “arriva” dalla Turchia? Ecco cosa c’è di vero nelle parole di Salvini

La Nutella nel mirino di Salvini per le nocciole che arrivano dalla Turchia. Durante un comizio a Ravenna del 5 dicembre il leader della Lega ha dichiarato che preferisce “aiutare le aziende che utilizzano prodotti italiani”, mentre “Nutella usa nocciole turche”.

Anche il 6 dicembre l’ex ministro dell’Interno torna a stuzzicare l’azienda e corregge un po’ il colpo. In un post su Facebook afferma: “Per addolcire la giornata, una fetta di pane e Nutella con una richiesta alla Ferrero: comprate ingredienti italiani, dallo zucchero alle nocciole, per aiutare i nostri agricoltori!”

La Ferrero, casa di produzione della Nutella, contattata da TPI afferma di non voler commentare.

L’azienda, d’altronde, ha deciso di mantenere la linea del silenzio, la stessa tenuta per le tante occasioni precedenti in cui l’ex vice premier aveva menzionato il famoso marchio: in quel caso, però, le note erano solo positive.

Una “storia d’amore” quella tra Salvini e la Nutella che durava da almeno 6 anni ed è stata bruscamente interrotta: come dimenticare gli innumerevoli post nei quali l’ex ministro dell’Interno elogiava la prelibata crema alle nocciole, che “spopola anche a Mosca”, scriveva Salvini nel 2015.

nutella salvini turchia

La Ferrero e l’approvvigionamento di nocciole

Non è una novità che la Ferrero acquista nocciole che provengono anche dalla Turchia. Come si apprende sul sito della multinazionale nella sezione “Qualità/nocciole”, la Ferrero “Acquista le nocciole principalmente in Turchia e in Italia”.

La Ferrero ha un bisogno ingente di nocciole, ne comprano 1 su 3 al mondo. Le nocciole vengono acquistate dall’Italia, dal Cile, dall’Africa, dall’Australia e altri paesi. Per avere una misura dei quantitativi di cui necessita la Nutella, basti pensare che un terzo della produzione mondiale è un quantitativo superiore all’intera produzione italiana.

Un’azienda non può, per legge, approvvigionarsi di tutto il quantitativo di un bene prodotto da un intero paese. C’è un limite legislativo.

L’azienda sta promuovendo, insieme alle cooperative e alle sigle agricole il “Progetto Nocciola Italia” con il quale punta a incrementare la produzione italiana.

Come si apprende sul sito “Great Italian Food Trade”, la Turchia attualmente produce circa il 75% delle nocciole del pianeta. Grazie anche alla Ferrero, che ha investito enormi risorse nello sviluppo di questa filiera. Fino ad acquisire, nel 2014, il primo fornitore di hazelnut al mondo, il gruppo Holtan di Trebisonda (con 5 stabilimenti in Turchia).

Tra il 2012 e il 2014 il suo prezzo era stabile a 92 €/quintale, contro i 670 € di quella italiana. Dal 2015, l’aumento dell’offerta e la svalutazione della lira turca (giunta a triplicare il tasso di cambio) hanno abbattuto i prezzi della trilobata piemontese – dimezzati in pochi anni, fino a 330 €/q nel 2018 – e migliorato le rendite a Bizanzio (200 €/q).

L’inchiesta della Bbc sul lavoro minorile nelle piantagioni turche che riforniscono Ferrero

Lo scorso 19 settembre, la Bbc ha pubblicato un’inchiesta su lavoro minorile e sfruttamento dei lavoratori in Turchia – nelle piantagioni di nocciole che forniscono Ferrero.

Il giornalista Tim Wheeler ha visitato le coltivazioni, assistito alla raccolta e intervistato diversi operatori. Ha documentato il lavoro estenuante dei raccoglitori: 10 ore al giorno, raccolta e trasporto manuale di sacchi che pesano in media 35Kg.

Secondo il giornale britannico, le nocciole vengono raccolte principalmente dai migranti, compresi i bambini, che lavorano per lunghe ore a fronte di una retribuzione molto bassa.

La gran parte delle attività viene svolta da lavoratori stagionali, curdi soprattutto, che provengono dalle regioni più misere del Paese. Il salario giornaliero ufficiale stabilito dalle autorità locali in 15 euro.

Elaborato su base oraria, è inferiore al salario mensile minimo previsto per una settimana lavorativa di 40-45 ore (€ 318). Ma tende a dimezzarsi, dopo aver pagato una commissione del 10% all’appaltatore del lavoro, oltre ai costi di viaggio e di pernottamento in loco.

L’impegno di Ferrero per la tracciabilità

Sul suo sito web, Ferrero, che non commercia direttamente le nocciole, afferma: “La tracciabilità è essenziale per garantire gli standard di qualità della produzione e dei prodotti”.

L’azienda mira a rendere tracciabili le nocciole al 100% entro il 2020. Sebbene, secondo il suo ultimo rapporto, ha raggiunto solo il 39% di tracciabilità.

nutella salvini turchia

Il programma di punta Farming Values ​​di Ferrero, lanciato in Turchia nel 2012, offre formazione gratuita ai coltivatori di nocciole in tecniche di coltivazione più efficienti, per aiutarli ad aumentare i loro redditi, sebbene rimangano liberi di vendere le loro nocciole a chi vogliono.

In una delle fattorie-modello sviluppate da Ferrero, l’agronomo dell’azienda Gokhan Arikoglu mostra alla Bbc come – con una migliore potatura, irrigazione e controllo dei parassiti – un albero di nocciole può produrre grappoli fino a 21 nocciole.

Lavorando in parte con le Ong e altre agenzie, Ferrero forma anche coltivatori, braccianti agricoli, imprenditori, commercianti, broker e altri membri della comunità, per essere consapevoli di come rendere il settore più sostenibile. Ciò include la formazione sui diritti dei lavoratori, in particolare per evitare il lavoro minorile. L’azienda si impegna a coinvolgere le donne nei suoi programmi di formazione.

La Ferrero afferma che il programma ha finora raggiunto oltre 42.000 agricoltori. Ossia circa un decimo dei 400.000 presenti in Turchia. Quindi, quanto può essere sicura che le nocciole non vengano raccolte dai bambini? La domanda è ancora aperta.

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