Conte firma il nuovo Dpcm: no alle feste, bar e ristoranti chiusi a mezzanotte. Tutte le misure
Nuovo Dpcm ottobre 2020: cosa prevede
Il nuovo Dpcm di ottobre 2020 è stato firmato nella tarda serata di ieri, martedì 12 ottobre, dal premier Giuseppe Conte. Al suo interno tutte le nuove restrizioni anti contagio da Covid 19. Le decisioni sono state prese dalla cabina di regia tra governo e Regioni, Anci, Upi e Comitato tecnico scientifico (Cts) e saranno valide per i prossimi 30 giorni.
Le mascherine: obbligo nei luoghi chiusi e all’aperto
Sulle mascherine, il Dpdm dispone che “è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, nonché obbligo di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi, e comunque con salvezza dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande”.
Le categorie escluse dall’obbligo sono: chi fa attività sportiva, bambini sotto i 6 anni, soggetti con patologie e disabilità incompatibili con l’uso della mascherina. L’uso delle mascherine nelle abitazioni private, alla presenza di persone non conviventi, è “fortemente raccomandato”.
Nuovo Dpcm: niente feste nei locali e in casa
È stato disposto il divieto di organizzare feste private, sia fuori sia a casa, e una “forte raccomandazione” a ricevere in casa, per cene o altri eventi, non più di sei persone con cui non si convive. La proposta sul divieto di feste private è quindi stata accolta, dopo che a lanciarla era stato il ministro della Salute Roberto Speranza, spiegando che “il 75 per cento dei contagi si deve a parenti e amici”. Per quanto riguarda i matrimoni (e i successivi ricevimenti), si potranno celebrare, ma con un limite di 30 partecipanti.
Bar e ristoranti chiusi entro mezzanotte e sosta vietata davanti ai locali e nelle piazze
Per evitare assembramenti sarà vietato fermarsi davanti ai locali pubblici, nelle strade e nelle piazze dopo le 21. Si potrà stare all’aperto solo seduti ai tavoli. I locali che non hanno il servizio al tavolo dovranno chiudere alle 21, mentre bar e ristoranti con servizio al tavolo dovranno chiudere entro mezzanotte e tre ore prima scatterà il divieto di vendere alcolici da asporto.
Divieto del calcetto e degli sport di contatto e no alle gite scolastiche
Gli sport di contatto, tra cui calcetto e basket, tornano ad essere vietati a livello amatoriale. Niente partitelle tra amici quindi, né allenamenti pomeridiani per bambini e ragazzi. Stop anche alle gite scolastiche, mentre gli eventi sportivi saranno aperti al pubblico, ma vi potranno assistere al massimo 1.000 persone. Limite di 200 persone invece per le manifestazioni sportive al chiuso.
Cinema e concerti
Anche per gli spettacoli il limite resta quello dei 1.000 partecipanti all’aperto e 200 al chiuso. Sospesi gli eventi che comportano assembramenti e in cui non è possibile mantenere le distanze.
Smartworking
Il governo chiederà alle aziende di incentivare ancora lo smartworking. E potrebbe sollecitarle ad arrivare al 70 per cento di dipendenti che lavorano da casa – rispetto all’attuale 50 per cento – per limitare i contatti tra le persone negli uffici. In ogni caso, in ufficio, in base al nuovo decreto, sarà comunque obbligatorio indossare la mascherina e si potrà stare con naso e bocca scoperti soltanto se lavora in stanza da soli.
Quarantena 10 giorni e stop a doppio tampone negativo
In una nota stampa diffusa dal Cts ieri sera si legge che, in coerenza con le linee guida internazionali e adottando il principio di massima cautela, il comitato sottolinea “l’esigenza di aggiornare il percorso diagnostico per l’identificazione dei casi positivi così come la tempestiva restituzione al contesto sociale dei soggetti diagnosticamente guariti”.
Per questo, il nuovo Dpcm ridurrà la quarantena per le persone entrate in contatto con un positivo al Sars-CoV-2, quindi potenzialmente contagiate: si passa dai 14 giorni previsti finora a 10 giorni. L’allentamento, già adottato da alcune settimane in Germania, era stato richiesto da alcuni esperti, tra cui Walter Ricciardi dell’Oms.
Un altro allentamento riguarda il numero dei tamponi necessari a essere dichiarati guariti, che scendono da due a uno solo. La misura vale sia per i positivi asintomatici sia per i sintomatici, purché il tampone molecolare risulti negativo. Anche chi riceve la notifica della app Immuni che gli comunica che è stato tra i “contatti stretti” di un positivo uscirà dall’isolamento fiduciario con un tampone molecolare o un test rapido negativo.
Le regole per i positivi e i contatti stretti
Le regole per i casi di positivi asintomatici, con diagnosi confermata da tampone positivo, prevedono isolamento per 10 giorni e tampone molecolare unico a fine quarantena. Per i casi di positivi sintomatici, invece, è previsto l’isolamento per almeno 10 giorni (dei quali obbligatoriamente gli ultimi 3 in completa assenza di sintomi) e tampone molecolare unico a fine quarantena. Per quanto riguarda i positivi asintomatici che non si negativizzano dopo 21 giorni, il Cts prevede isolamento per almeno 21 giorni, con riscontro di positività al test molecolare effettuato al 10° e 17° giorno (nei casi asintomatici l’isolamento si interrompe comunque al 21° giorno in quanto le evidenze disponibili non documentano alcun caso di presenza di virus competente per la replicazione). Per quanto riguarda i contatti stretti di persone positive, isolamento fiduciario della durata di 10 giorni e tampone antigenico rapido o molecolare.
Per ora niente lockdown mirati
In Italia non ci sono al momento aree per le quali è necessario disporre lockdown mirati per contenere la diffusione dei contagi da Coronavirus. Quella di far scattare delle chiusure territoriali “è tra le ipotesi” prese in esame, ha ammesso il ministro della Salute, precisando subito dopo che “in questo momento non ci sono le condizioni” perché in alcune zone dell’Italia questa specifica misura possa essere adottata.