In arrivo il nuovo Dpcm: probabile zona arancione o rossa per 13 regioni
Divieto di mobilità anche tra regioni gialle e nuovi criteri per i colori: ecco cosa prevederanno le nuove regole dal 16 gennaio
Nuovo Dpcm: probabile zona arancione o rossa per 13 regioni
NUOVO DPCM – Nella bozza del nuovo Dpcm discusso in una riunione nella serata di lunedì 11 gennaio tra governo, Regioni, Anci e Upi con i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza resta il modello delle fasce ma si paventa l’abbassamento delle soglie dell’indice di contagio per finire in zona rossa, arancione o gialla e quello dell’occupazione delle terapie intensiva: le norme dovrebbero valere fino a fine febbraio.
Il ministro della Salute, uscendo dalla riunione, ha detto che “nella bozza non c’è il week end arancione in tutta Italia“. Mentre lo stato d’emergenza verrà prorogato fino al 30 aprile attraverso un decreto legge.
Il nuovo Dpcm, i criteri
L’idea di portare le regioni in zona rossa in base all’incidenza di casi settimanali ogni centomila abitanti non è andata a buon fine, perché secondo i tecnici questo potrebbe portare i territori a effettuare meno tamponi per rientrare nelle soglie.
Secondo l’agenzia di stampa Ansa l’ipotesi ora sul tavolo è di abbassare la soglia critica del tasso di occupazione delle terapie intensive e dei posti letto in area medica, fissata ora al 30 per cento e al 40 per cento. Sotto quella soglia si entrerebbe in automatico in zona arancione o rossa.
Le 13 regioni a rischio zona rossa o arancione
Al momento 5 Regioni sono arancioni: Lombardia, Calabria, Sicilia, Veneto ed Emilia Romagna. E rischiano di diventare rosse.
In base all’ultimo monitoraggio, 13 sono le regioni e le province autonome da monitorare, ovvero sia quelle che da gialle potrebbero passare ad arancioni, sia quelle che da arancioni potrebbero passare a rosse:
• 7 (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Veneto, Bolzano e Trento) sia per terapie intensive, sia per posti letto.
• 6 (Lombardia, Marche, Piemonte, Umbria, Puglia e Valle d’Aosta) per i posti letto.
L’obiettivo, ha spiegato il governo alle Regioni, è quello di rendere più semplice, automatico e veloce l’ingresso nella zona arancione, facendo pesare di più l’indice di rischio riguardo lo stress delle strutture ospedaliere. L’altra ipotesi è intervenire di nuovo sull’indice di contagio Rt, che già oggi prevede l’ingresso in zona arancione per chi è sopra l’1 e in zona rossa per chi è sopra 1,25. Il cambio prevede che si vada in arancione se il rischio è “alto” e Rt è uguale o superiore a 1, in rosso se il rischio è “alto” e Rt a 1,25.
I divieti del nuovo Dpcm
Secondo lo schema del Dpcm presentato alle regioni i divieti sono questi:
• Sarà vietato in tutta Italia (anche per le Regioni gialle) superare i confini regionali, tranne che per rientrare nella propria residenza, domicilio o abitazioni o per “comprovate ragioni” di necessità lavoro, urgenza;
• Sarà vietato in tutta Italia vendere bevande e cibo dopo le 18, anche se consumati fuori dai locali;
• I centri commerciali continueranno a restare chiusi durante il week-end;
• Verrà stabilito il passaggio in zona arancione o rossa per tutte le Regioni a “rischio alto” in base ai 21 parametri, tra cui la saturazione dei posti in terapia intensiva e in area medica e la possibilità di tracciare i contagi.
• Sarà confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5 e la deroga che consente a due persone con figli under 14 ed eventuali disabili di andare a trovare a casa parenti e amici una sola volta al giorno, oltre alla zona bianca alla quale si dovrebbe accedere con Rt sotto 0,50 e un’incidenza di casi di 50 ogni 100mila abitanti.
Cade, invece, l’ipotesi di week end arancioni in tutta Italia, come l’ultimo fine settimana, nel nuovo testo: “Nella bozza non c’è”, ha detto Speranza alle Regioni.
La preoccupazione di Conte per l’impennata di contagi
Intanto, il premier Giuseppe Conte ha detto di prepararsi alla terza ondata con preoccupazione: “Sta arrivando un’impennata” di contagi “dopo Gran Bretagna, Irlanda e Germania sta arrivando anche da noi: non sarà facile, dobbiamo fare ancora dei sacrifici”, ha detto il presidente del Consiglio parlando al Tg 3.
Con il nuovo anno non è terminata l’emergenza Coronavirus e l’impatto sulla curva della campagna di vaccinazione ancora non si vede. In altre parole, per ancora diverse settimane, se non mesi, dovremo continuare a convivere con il virus.
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