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Covid, domani il nuovo Dpcm: verso lo stop agli spostamenti tra Regioni e lockdown locali

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Covid, domani nuovo Dpcm: stop spostamenti tra Regioni e lockdown locali

Si avvicina sempre di più il momento del nuovo Dpcm: vista la continua impennata di nuovi contagi da Covid-19 in Italia e l’ingresso del nostro Paese nel cosiddetto “scenario 4” delineato dall’Iss, il premier Giuseppe Conte è a lavoro da ieri con i suoi ministri, le Regioni e i sindaci locali per mettere a punto le nuove restrizioni. Domani, lunedì 2 novembre 2020, dovrebbero essere ufficializzati i nuovi provvedimenti restrittivi, con il presidente del Consiglio che si presenterà alle 12 alla Camera e alle 17 al Senato per esporre le nuove norme, che verranno anche votate dall’Aula. Ma cosa prevede il nuovo Dpcm? Secondo le anticipazioni, sarà ancora una volta scongiurato il lockdown generalizzato. Nell’incontro di sabato pomeriggio tra il premier e il Cts, è emerso anche da parte degli scienziati un orientamento contrario alla chiusura totale. Tuttavia, si parla di lockdown locali, zone rosse decise dai singoli governatori, ma soprattutto di stop ai movimenti tra Regioni diverse.

L’ago della bilancia sarà l’ormai famosissimo indice di trasmissione Rt: dove supera l’1,5, verranno imposte restrizioni importanti, che possono diventare anche lockdown su base provinciale. Le Regioni più a rischio sono, al momento, Lombardia, Piemonte, Liguria, Umbria e Puglia. Il Dpcm sarà quindi un decreto “cornice”, che aumenterà i divieti ma allo stesso tempo lascia a governatori e sindaci la possibilità di intervenire sul proprio territorio. L’importante è che questi, nel prendere le loro decisioni, non perdano mai di vista l’indice di contagio e la situazione delle strutture sanitarie. “La trincea degli ospedali va difesa il più possibile e le Regioni hanno il termometro che abbiamo noi per decidere le misure. Quando è necessario alzare la difesa serve farlo senza tentennamenti. Avranno al proprio fianco il governo”, ha dichiarato ieri il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia.

Gli unici provvedimenti generalizzati (e quindi validi per tutta Italia) che prenderà direttamente il Governo nel suo Dpcm riguardano il divieto di spostamento tra le Regioni (non sarà più possibile oltrepassare i confini regionali se non per “comprovate esigenze”, quindi motivi di lavoro, di salute, oppure emergenze che dovranno essere giustificate con un’autocertificazione) e la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana in tutto il Paese (alcuni governatori l’hanno già imposta autonomamente). Previsto, inoltre, il 100 per cento di didattica a distanza per le scuole superiori.

I governatori invece potranno agire con alcune limitazioni (anche orarie) per le altre attività commerciali rimaste fuori dall’ultimo Dpcm. Si parla anche di un coprifuoco anticipato. Inoltre, si potrà agire sulla chiusura delle scuole per passare alla didattica a distanza. Sul coprifuoco, stamattina è prevista una riunione tra l’esecutivo, i governatori locali e il presidente dell’Anci Antonio Decaro. A spingere per un anticipo del coprifuoco (alle 20 o alle 21) sono soprattutto alcuni governatori che, dal momento che è stato scelto di chiudere bar e ristoranti alle 18 per diminuire il numero di persone in giro a quell’orario, spiegano che in questo modo si limiterebbero anche gli incontri nelle abitazioni. Non mancheranno, infine, promesse di nuovi ristori per le attività commerciali costrette a chiudere o comunque a limitare gli orari, che si aggiungono a quelli previsti nell’omonimo decreto varato settimana scorsa.

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