Verso il nuovo Dpcm, dalle zone rosse al coprifuoco alle 21: ecco tutte le misure
Zone rosse locali, orari di chiusura anticipati anche per i negozi, didattica a distanza e limitazioni agli spostamenti tra le Regioni. Queste le misure che starebbe valutando il governo e che potrebbero entrare in vigore già oggi, lunedì 2 novembre
Chiusure mirate nei territori più a rischio, limitazioni agli spostamenti tra Regioni, chiusura dei centri commerciali nei weekend e riduzione degli orari per le altre attività commerciali e più didattica a distanza nelle scuole. Ecco le misure che sta studiando il governo e che potrebbero essere incluse in un nuovo Dpcm già oggi, lunedì 2 novembre.
Il parere del Cts
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sarà infatti in Parlamento per un confronto sulle nuove restrizioni. Che potrebbero quindi entrare in vigore già in serata. Il governo accelera sulla lotta al Coronavirus e a una sola settimana dall’ultimo Dpcm pensa già a un intervento più stringente.
Sabato pomeriggio l’esecutivo ha convocato urgentemente il Comitato tecnico scientifico. Gli esperti avrebbero suggerito di procedere con lockdown locali, a livello provinciale o regionale, rendendo più severi alcuni divieti in ambito nazionale. Questa mattina ci sarà una nuova riunione tra governo e Regioni, mentre nel pomeriggio è prevista un nuovo vertice con i capidelegazione, allargata ai ministri più direttamente interessati dalle misure in programma. Sabato l’esecutivo aveva chiesto al Cts di aggiornare le indicazioni sui territori in cui la situazione è più critica e dove sono quindi necessari interventi più stringenti.
Nuovo Dpcm: le anticipazioni
Il Governo accelera quindi sulla stretta per provare ad evitare il lockdown nazionale, e lo fa con “Zone rosse” nelle aree dove l’Rt supera l’1,5 (ma che dovrebbero essere stabilite dai governatori regionali), con il divieto di spostamento tra le Regioni, la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana, limitazioni per le altre attività commerciali, coprifuoco anticipato (alle 21 o alle 20).
Da quanto emerso, l’esecutivo non ritiene che ci siano al momento le condizioni per fermare il Paese come a marzo, ne di bloccare intere Regioni. La ricetta, questa volta, è procedere con lockdown locali.
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