Dalla “Sovranità alimentare” al “Made in Italy”: come cambiano i nomi dei ministeri del governo Meloni
Non sono soltanto ritocchi estetici, ma chiari segnali di una intenzione politica: oltre all’importanza della scelta delle figure messe a capo dei 24 ministeri che comporranno il nuovo governo Meloni (uno in più rispetto all’uscente esecutivo Draghi), a colpire è il nuovo nome affidato dalla leader di Fratelli d’Italia ad alcuni dicasteri, durante l’annuncio dell’intera lista arrivato in seguito al lungo colloquio avuto con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dal quale ha accettato senza riserva l’incarico a presidente del Consiglio.
Il Ministero dello Sviluppo economico diventa “Ministero delle Imprese e del Made in Italy”, e sarà guidato dall’ex presidente del Copasir Adolfo Urso, in quota FdI. Poi quello dell’Istruzione vedrà aggiunta la dicitura “e del Merito”, e sarà affidato a Giuseppe Valditara, giurista e ordinario di Diritto Romano presso l’università di Torino, tra i più stretti consiglieri di Matteo Salvini. Ancora, al Ministero delle Pari opportunità e della Famiglia è stata aggiunta la delega alla “Natalità”, un’idea della Lega per combattere il crollo delle nascite. Il ministero dell’Ambiente vedrà l’appendice “della Sicurezza energetica”, che alla luce del caro bollette e in piena negoziazione di nuovi approvvigionamenti energetici per raggiungere l’indipendenza dalla Russia lascia intuire cambiamenti di rotta in questo senso.
Anche il Ministero dell’Agricoltura diventerà “Agricoltura e sovranità alimentare”, e sarà guidato da un fedelissimo di Meloni, suo cognato Francesco Lollobrigida, già capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia. Il Ministero per il Sud diventa anche “Ministero del Mare”, ed è affidato all’ex presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci. In tutto la squadra di governo conta 9 ministri di Fdi, 5 di Forza Italia, 4 della Lega e 6 “tecnici”. Alfredo Mantovano sarà invece sottosegretario alla presidenza. L’esecutivo sarà composto da 17 uomini e 7 donne. Due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini.