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Nuove elezioni politiche a giugno 2018? Difficile. Ecco 3 possibili date per il ritorno alle urne

Immagine di copertina
Credit: Afp/Miguel Medina

Il mancato accordo tra i partiti per la formazione di un governo rende sempre più concreta l'ipotesi di ritorno al voto anticipato: ecco quando potrebbero tenersi le nuove elezioni

Nuove Elezioni Giugno 2018 | Quando si vota | Tre possibili date per il ritorno alle urne

A circa due mesi dalle elezioni politiche, l’ipotesi di ritorno al voto anticipato si fa sempre più concreta (qui gli ultimi aggiornamenti).

Come subito emerso all’indomani del 4 marzo (qui i risultati del voto), nessuna forza politica o coalizione detiene la maggioranza per sostenere da sola il peso di un governo. E le trattative tra i partiti in queste settimane non hanno portato a nessun accordo.

Il primo a sostenere la necessità di nuove elezioni è stato il segretario della Lega, Matteo Salvini, ma negli ultimi giorni anche il leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ha invocato il ritorno alle urne (qui il dibattito tra i partiti aggiornato in tempo reale).

Come si è arrivati fin qui

I principali protagonisti delle trattative per la formazione di un governo sono stati il Movimento Cinque Stelle e la coalizione di centrodestra (composta da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia), rispettivamente il partito e la coalizione più votati.

In una prima fase lo scenario più probabile è apparso quello di un’alleanza tra M5S e Lega.

Il leader dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ha aperto a un accordo con il partito guidato da Matteo Salvini, ma ha sempre tenuto a distanza Forza Italia.

Salvini, dal canto suo, ha sempre rifiutato l’ipotesi di rompere la coalizione di centrodestra, che tiene unito il suo partito, la Lega, insieme con Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Dopo due giri di consultazioni senza esito, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affidato un mandato esplorativo alla presidente del Senato, Elisabetta Maria Alberti Casellati.

Casellati non è riuscita nell’impresa di trovare una convergenza tra M5s e centrodestra e così la prospettiva di un’intesa tra Di Maio e Salvini è naufragata.

Il Movimento Cinque Stelle si è così rivolto a un’altra forza: il Partito democratico, la cui rappresentanza parlamentare è uscita fortemente ridimensionata dall’ultima tornata elettorale.

L’ipotesi di accordo tra Cinque Stelle e Pd è stata al centro del secondo mandato esplorativo, affidato da Mattarella al presidente della Camera, Roberto Fico.

Dal segretario reggente dei dem, Maurizio Martina, sono arrivate aperture al dialogo con M5S. Ma la pista si è repentinamente raffreddata dopo le dichiarazioni dell’ex segretario del Pd, Matteo Renzi, fortemente contrario all’asse con i Cinque Stelle.

Chi vuole nuove elezioni

Il ritorno anticipato alle urne è sollecitato principalmente da Lega e Movimento Cinque Stelle.

Sia Salvini sia Di Maio sanno bene che un ritorno alle urne potrebbe veder incrementare i consensi per i rispettivi partiti (qui gli ultimi sondaggi elettorali).

Al contrario, Forza Italia e Partito democratico rischiano di uscire ulteriormente ridimensionati da nuove elezioni.

Il primo a invocare nuove elezioni è stato il segretario leghista Mateo Salvini. “Non tiro a campare un anno, meglio il voto subito”, ha dichiarato più volte il leader del centrodestra.

Anche il capo dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ha chiesto di tornare al voto il prima possibile, dopo aver visto naufragare sia l’ipotesi di asse con la Lega sia la possibilità di un accordo con il Pd.

“A questo punto non c’è altra soluzione, bisogna tornare al voto il prima possibile, poi ovviamente deciderà il presidente Mattarella. Tutti parlano di inserire un ballottaggio nel sistema elettorale ma il ballottaggio sono le prossime elezioni.  Quindi io dico a Salvini: andiamo insieme a chiedere di andare a votare e facciamo questo secondo turno a giugno. Facciamo scegliere i cittadini tra rivoluzione e restaurazione”, ha dichiarato il leader del Movimento Cinque Stelle.

Il presidente della Repubblica Mattarella è notoriamente contrario al ritorno al voto anticipato. Ma se non ci fosse alcuna possibilità di accordo tra i partiti, il capo dello Stato avrebbe poco margine di scelta.

Data nuove elezioni giugno 2018 e altre possibilità

Sulla data di eventuali nuove elezioni ci sono diverse possibilità.

Il leader del centrodestra, Matteo Salvini, sostiene che si debba tornare al voto “subito”.

Il capo del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ha indicato come possibilità giugno.

Vediamo di seguito tre ipotesi.

Ipotesi 1: giugno 2018

L’ipotesi sollecitata da Di Maio, nuove elezioni a giugno 2018, è difficilmente percorribile per le tempistiche molto ristrette.

La Costituzione prevede che il parlamento debba essere sciolto dal presidente della Repubblica tra 45 e 70 giorni prima della data fissata per le nuove elezioni.

Per consentire di andare alle urne il 24 giugno (in contemporanea con le elezioni amministrative), il presidente Mattarella dovrebbe dunque sciogliere le camere entro il 9 maggio.

In termini strettamente normativi ci sarebbe ancora tempo.

Tuttavia, come rilevato più volte informalmente dal ministero dell’Interno, affinché la macchina elettorale proceda senza intoppi sarebbe auspicabile che tra lo scioglimento del parlamento e le nuove elezioni trascorrano almeno 60 giorni.

Questo, in particolare, per organizzare il voto degli italiani all’estero.

Per questa ragione l’ipotesi di nuove elezioni a giugno appare ogni ora che passa sempre più remota.

Ipotesi 2: autunno 2018

Scartando l’ipotesi di nuove elezioni a giugno, la prima finestra temporale utile per tornare alle urne sarebbe quella di autunno 2018.

Se le camere fossero sciolte prima delle vacanze estive, si potrebbe votare già nel mese di settembre.

Viceversa, se lo scioglimento del parlamento avvenisse dopo agosto, l’appuntamento alle urne sarebbe fissato tra la fine di ottobre e la fine di novembre.

Sarebbe la prima volta che le elezioni politiche in Italia si tengono in autunno.

Finora si sono sempre tenute in primavera, eccezion fatta per il 2013, quando si votò il 24 e 25 febbraio.

Ipotesi 3: maggio 2019

Le nuove elezioni politiche potrebbero tenersi anche a maggio 2019, contestualmente con le europee.

Il Consiglio ha deciso che le votazioni per eleggere il nuovo parlamento europeo dovranno tenersi tra giovedì 23 e domenica 26 maggio. In Italia si voterà il 26 maggio, data che potrebbe così diventare un election-day, con politiche ed europee accorpate in un’unica tornata alle urne.

Questa soluzione consentirebbe di evitare che le procedure per la prossima Legge di bilancio vengano intralciate dalla campagna elettorale, portando così il paese in esercizio provvisorio.

Se sarà inevitabile tornare alle urne, è probabile che il Quirinale spingerà in questa direzione.

Il governo ponte

Qualora si dovesse tornare al voto ad autunno 2018 o maggio 2019, è evidente che l’Italia non potrà restare fino ad allora senza un governo.

Inoltre, da più parti si sottolinea come l’attuale legge elettorale non favorisca la formazione di una maggioranza assoluta in parlamento e si auspica una sua riforma (ecco come Lega e M5S vogliono cambiare la legge elettorale).

Per entrambe queste ragioni, i mesi che ci separeranno dall’eventuale voto anticipato dovranno essere retti da un esecutivo, un cosiddetto “governo ponte”, in grado di portare avanti l’ordinaria amministrazione, organizzare nuove elezioni e, magari, anche approvare una nuova legge elettorale.

Il presidente della Repubblica Mattarella, avrebbe due opzioni davanti a sé: prorogare l’attività del governo Gentiloni (ecco perché Gentiloni potrebbe andare avanti con pieni poteri) oppure affidare l’incarico a un’altra figura.

In questa seconda ipotesi sarebbe percorribile anche la strada del governo di minoranza, cioè un esecutivo che non poggia su una maggioranza parlamentare del 50 per cento più uno dei seggi.

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