Nomine Rai, Meloni furiosa con Lega e Forza Italia. E se la prende anche con Mattarella
A distanza di due giorni dalle nomine dei membri del Consiglio di amministrazione Rai la disputa è tutt’altro che risolta. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è decisa a dare battaglia per l’esclusione del rappresentante di partito dal board.
Gli eletti sono Alessandro di Majo (M5S) e Igor De Biasio (Lega) al Senato mentre, alla Camera, risultano elette Francesca Bria (Pd) e Simona Agnes (Forza Italia). La scelta di quest’ultima, da parte di Lega e Forza Italia (161 voti), ha portato all’esclusione dell’unico membro di opposizione: Giampaolo Rossi, consigliere uscente, in quota Fratelli d’Italia. L’unico consigliere la cui nomina è passata liscia è De Biasio (102 voti), per il resto, la scelta di Francesca Bria da parte del Pd (162 voti), con l’appoggio di Leu, ha lasciato a bocca asciutta Italia viva che le preferiva Stefano Menichini. Da qui la scheda bianca depositata nell’urna.
Ieri il Consiglio dei ministri e l’assemblea della Rai hanno dato il via libera alle nomine, proposte dal Tesoro, di Carlo Fuortes e Marinella Soldi, che oggi approderanno nel nuovo cda che eleggerà il presidente.
Meloni ha già sollevato la polemica sui social: “Quando l’Italia era ancora una Nazione democratica la governance della Rai, l’emittente pubblica, contemplava la presenza dell’opposizione, a cui spettava la Presidenza e la presenza nel Cda. Nell’epoca della maggioranza arcobaleno, invece, Fratelli d’Italia – unico partito di opposizione e secondo molti sondaggi primo partito italiano – viene epurato da qualsiasi rappresentanza, così che il servizio pubblico, pagato con i soldi di tutti gli italiani, sia più simile al modello cinese che a quello di una qualsiasi Nazione democratica”.
Meloni ha parlato anche del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del quale dice “mi spiace che non sia intervenuto” su “una decisione scandalosa”, “una violazione senza precedenti delle più banali norme del pluralismo”. E proprio sul rispetto del pluralismo arriva la solidarietà dell’azzurro Elio Vito, secondo cui dovrebbe essere “ancora più stringente in un periodo di “grande maggioranza”.
Quanto all’alleato Matteo Salvini, il leader leghista spiega che “la presenza di esponenti di Lega e FI nel cda Rai sarà garanzia di pluralismo per tutti, opposizioni comprese, per bilanciare un eterno predominio della sinistra nella tv pubblica confermato, purtroppo, anche in occasione di queste ultime nomine”.