Rai, il centrodestra diviso ha consegnato Viale Mazzini al Pd: ora Draghi è costretto a mediare
Fa male il centrodestra a lamentarsi con Mario Draghi per aver spostato l’asse della Rai sul Partito democratico e la sinistra. Perché più passa il tempo e più vengono fuori gli “altarini” delle trattative delle scorse settimane sul fronte Viale Mazzini: ed è stato proprio il centrodestra, diviso, a regalare la Rai al Pd.
Eh sì perché se avesse giocato unito avrebbe avuto la possibilità di ottenere, oltre a due consiglieri di nomina parlamentare, anche il Presidente. A quanto risulta a TPI consultando fonti di primo piano della trattativa, Mario Draghi ha chiesto più volte a Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi di indicare un nome condiviso ma questi non sono stati in grado di proporne uno, perdendo così l’occasione di puntare alla Presidenza. Soltanto dopo, il premier ha forzato la mano.
Ora però è lo stesso Draghi ad aver interesse a tentare di riequilibrare una situazione che sta creando molte più tensioni del previsto, anche perché Giorgia Meloni (con cui l’ex presidente della Bce ha peraltro rapporti di grande cordialità) non ha alcuna intenzione di rallentare la polemica, anzi la vuole fomentare visto che le porta consensi e questo dà moltissimo fastidio sia al Cavaliere che a Salvini.
A quanto si apprende, proprio su input di Palazzo Chigi, il neo amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, avrebbe già incontrato Marcello Ciannamea e Paolo Del Brocco. Il primo potrebbe presto diventare direttore di Rai 1 mentre l’altro potrebbe essere nominato Direttore Generale, ruolo che peraltro potrebbe essere sdoppiato e offerto all’uomo di Meloni escluso dal Consiglio d’amministrazione di Viale Mazzini, cioè Giampaolo Rossi (anche se la stessa Meloni preferirebbe ottenere la Presidenza della commissione parlamentare di Vigilanza).
Per le altre nomine invece, a cominciare da quelle dei Tg, se ne parlerà dal prossimo mese di ottobre.