Rai, Cdp, Ferrovie dello Stato: al via la grande spartizione tra PD, 5 Stelle e Lega
Come già ampiamente riportato da TPI, almeno fino a metà maggio non inizierà la vera giostra delle grandi nomine nelle partecipate pubbliche. Questo non vuol dire, però, che i partiti non stiano già brigando per “guadagnare tempo”. Anche perché devono ancora ben capire quali gradi di libertà gli lascerà Mario Draghi in fatto di nomine e per questo tentano di cucinare accordi stile “Cencelli”.
In questi giorni gira nei palazzi del potere uno schema (secondo i bene informati ispirato dai vertici leghisti ma a quanto pare non solo da loro) che prevedrebbe al Pd l’Ad di Cassa depositi e prestiti, al Movimento 5 Stelle l’Ad di Ferrovie e alla Lega l’Ad della Rai. Insomma, è pronta la “grande spartizione” tra i principali partiti che sostengono la maggioranza di governo.
Questo per quanto riguarda gli amministratori delegati mentre per quanto riguarda i Presidenti verrebbero scelti tra nomi forti graditi non solo ai partiti ma anche a Palazzo Chigi (tipo il binomio De Bortoli/Masi di cui si parla tanto per la Rai). L’incognita principale però è quella iniziale: che farà Mario Draghi? Quale grado di libertà concederà ai partiti in fatto di nomine?
Il refrain che circola a palazzo è il seguente: “È giusto che ognuno lavori ai propri dossier ma poi Draghi e il sottosegretario alla presidenza Garofoli tireranno le somme”. C’è poi un’altra incognita, quella riguardante i vertici di Leonardo; vertici che per molti potrebbero cambiare subìto dopo l’approvazione del prossimo bilancio.