Nasce “Mera25”, il partito di DiEM25 in Italia. Il portavoce a TPI: “Non siamo l’ennesimo partitino di sinistra”
Yanis Varoufakis, co-fondatore di DiEM25, e Federico Dolce, portavoce e membro di DiEM25 in Italia, hanno annunciato la creazione del nuovo partito politico "Mera25" con cui "DiEM25 lancia una sfida a tutte le progressiste e a tutti progressisti, presentando proposte innovative e radicali risultato di un esercizio di ascolto durato 5 anni e che ha attraversato tutta Italia"
Yanis Varoufakis, co-fondatore di DiEM25, e Federico Dolce, portavoce e membro di DiEM25 in Italia, hanno annunciato la creazione del nuovo partito politico “Mera25” con cui “DiEM25 lancia una sfida a tutte le progressiste e a tutti progressisti, presentando proposte innovative e radicali risultato di un esercizio di ascolto durato 5 anni e che ha attraversato tutta Italia, dai diritti sociali e del lavoro, a quelli ambientali, perché oggi è più che mai necessario attuare una svolta ambientale a partire dalla critica dell’attuale processo di sviluppo decisamente in contrasto con la vita stessa sul pianeta”. Ne abbiamo parlato con il portavoce nazionale Federico Dolce.
Con quali intenzioni nasce questo nuovo partito a sinistra?
Perché l’offerta politica è ai minimi storici in termini di qualità e lontana anni luce dalle esigenze del Paese.
Come si collocherà, per esempio, rispetto al Pd?
Noi non ci collochiamo rispetto a nessuno, in questo momento il collocamento è fine a se stesso. Trovo anche difficile capire dove si piazza un partito (il Pd ndr.) che decide di candidare la Moratti in Lombardia. Le nostre sono proposte politiche elaborate a livello europeo e italiano, consultando i migliori accademici dei settori, sono proposte radicali ma estremamente pragmatiche e realistiche. Il collocamento lo decidono poi gli elettori.
Lei che ruolo avrà?
Sono portavoce nazionale e continuerò a guidare fino al prossimo Congresso che avverrà nei prossimi mesi.
Quali sono le battaglie e le priorità sulle quali vi muoverete?
Sicuramente porteremo avanti la campagna che abbiamo lanciato a luglio sulla rivoluzione del modo di intendere il mondo del lavoro. E la formazione universitaria annessa. Non è possibile continuare con una politica del lavoro che crea lavoratori poveri nuovi ogni anno. C’è qualcosa di rotto nel sistema che va cambiato. Tutto questo si coniuga a delle politiche energetiche e di impatto ambientale estremamente importanti come affrontare il mercato energetico che va indirizzato e amministrato dallo Stato.
Il partito avrà un orientamento transnazionale, all’interno del contesto europeo come vi ponete sulla questione guerra in Ucraina e riarmo?
Noi prendiamo le nostre decisioni a livello europeo, non esiste una regia italiana che prenda decisioni diverse in senso contrario. Per prima cosa abbiamo consultato i nostri membri presenti nei Paesi di confine come Polonia e Ucraina, per chiedere loro cosa significa vivere così vicino alla Russia di Putin. Siamo usciti a maggio con una dichiarazione di Atene dove chiediamo il ritiro delle truppe e chiediamo l’intervento di un soggetto terzo che si faccia garante di un processo – anche lungo – che permetta a quei territori di confine un percorso di pacificazione che non venga influenzato da soggetti esterni.
Data la condizione della sinistra italiana degli ultimi 20 anni, perché un lettore di sinistra dovrebbe credere alla vostra proposta?
Non ci nascondiamo dietro a un dito facendo finta che questa crisi non esista. La prima domanda che facciamo a tutti i cittadini è “non siete stanchi?”. Non siamo l’ennesimo partitino di sinistra per molti motivi. Il primo risiede naturalmente nella nostra transnazionalità. Ossia a fianco a noi non ci sono solo le migliori menti del Continente ma anche migliaia di iscritti e volontari che ci supportano, che ci danno speranze e idee per andare avanti con credibilità. Il secondo motivo è la visione. La nostra è una visione di lungo periodo con un progetto che si cala in ogni singola nazione europea. Siamo nati 6 anni fa, abbiamo fatto molta esperienza anche al fianco di chi ogni giorno si adopera per aiutare gli ultimi di questo Paese. Pratiche che abbiamo fatto nostre e che ci permettono di parlare con cognizione di causa.
Ci lanciamo il 12, fare altri progetti subito sarebbe fare il passo più lungo della gamba. Ma ovviamente nasciamo per poi metterci alla prova nel contesto elettorale. Ma solo se il progetto è serio, credibile.