La ministra Lamorgese fornisce i dati sul tasso dei rimpatri dei migranti dall’Italia: “È basso e deve crescere”
Il confronto tra i dati del 2018-2019 e quelli del 2017 rivela un "basso tasso" dei rimpatri, tendenza che secondo la ministra dovrebbe essere invertita
La ministra Lamorgese fornisce i dati sul tasso dei rimpatri dei migranti dall’Italia
La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese interviene sul tema dei migranti e dei rimpatri dall’Italia e fornisce nuovi dati al riguardo: “Al 22 settembre, i rimpatri effettuati dal nostro Paese sono stati 5.244, di cui 5.044 forzati e 200 volontari assistiti”, afferma riferendo alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Politiche europee prima del Consiglio Ue Giustizia e Affari Interni in programma il 7 e 8 ottobre.
“Il tasso dei rimpatri di chi non ha titolo a restare in Europa resta basso in tutta l’Unione europea ed è necessario farlo crescere nel rispetto dei diritti fondamentali. Bisogna promuovere ogni iniziativa a livello europeo per favorire nuovi accordi di riammissione con i Paesi di origine dei flussi e implementare quelli già in vigore”, ha dichiarato.
Il confronto tra i dati del 2018-2019 e quelli del 2017 rivela un “basso tasso” dei rimpatri, tendenza che secondo la ministra dovrebbe essere invertita: “Nel 2017 i rimpatri forzati erano stati 6.514 e quelli volontari assistiti 869, per un totale di 7.383; nel 2018 i rimpatri forzati erano stati 6.820 e quelli volontari assistiti 1.161, per un totale di 7.981. Tra il 2018 e il 2019 su 855 migranti sbarcati in Italia e da ricollocare in diversi Paesi europei, le offerte di accoglienza hanno riguardato solo 673 persone. Di queste, e il dato è particolarmente significativo, solo 241 sono state effettivamente trasferite”. (Qui i dati di fine giugno 2019)
Poi torna sull’accordo di Malta raggiunto il 23 settembre, che prevede la rotazione volontaria dei porti di sbarco per i migranti e la ricollocazione in altri Paesi secondo quote percentuali.
“Il clima collaborativo riscontrato a La Valletta, l’impegno comune dei ministri dell’Interno dei Paesi presenti, la volontà delle istituzioni comunitarie lasciano sperare nell’apertura di spazi importanti per la definizione di una seria politica europea dell’immigrazione. L’Italia sta facendo la sua parte, ha saputo gestire numeri impressionanti in passato ed è da questa capacità che dobbiamo partire per azioni propositive. Si tratta di un lavoro lungo, duro e paziente, al quale non possiamo sottrarci e nel quale crediamo fermamente”, ha dichiarato.