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Home » Politica

Minibot, continuano le polemiche nel governo. Conte: “Proposta mai portata a Palazzo Chigi”

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Minibot polemiche governo – Dopo la bocciatura del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, un secco no ai minibot, la proposta suggerita dalla Lega per saldare i debiti arretrati della pubblica amministrazione, è ribadito dal ministro dell’Economia Giovanni Tria.

“Non credo che ci sia una discussione interessante perché abbiamo discusso di alcune opinioni, ma non è una questione principale che andremo a trattare a livello di governo”, ha dichiarato Tria a margine del G20 dei ministri della Finanze a Fukuoka, in Giappone. Tria aveva sottolineato che “in un’interpretazione, quella del debito, non servono. Nell’altra, ovviamente, si fanno i trattati e quindi non possono essere fatti”. Posizione condivisa anche del presidente della Bce Mario Draghi, che aveva sottolineato come i minibot “o sono un’altra moneta e quindi illegali oppure sono altro debito”.

>Minibot: cosa sono e perché se ne parla tanto
Minibot polemiche governo | La posizione di Giuseppe Conte 

I minibot sono “una proposta mai portata a Palazzo Chigi. E siccome ha implicazioni di sistema, mi aspettavo che correttamente mi fosse portata per esaminarne insieme aspetti e contenuti”, ha dichiarato il primo ministro Giuseppe Conte in un’intervista rilasciata lunedì 10 giugno al Corriere della Sera.

“Se i crediti della pubblica amministrazione non sono certificati, non sono neppure pagabili. Siccome non possono costituire una moneta parallela, non c’è l’obbligo di accettarli come mezzo per estinguere un’obbligazione. E chi li accetta, ragionevolmente vorrebbe scontare il fatto di prendere in carico un’attività parzialmente liquida che non frutta interesse. Il risultato è che finirebbero per essere negoziati sotto la parità. E lo sconto rispetto all’euro sarebbe una misura del rischio di uscita del Paese dalla moneta unica”, ha sottolineato il premier.

Minibot polemiche governo | Le dichiarazioni di Matteo Salvini

A ribattere è stato il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha affermato: “A me interessa il risultato, lo strumento non conta. Bado alla sostanza e non alla forma. Sugli strumenti siamo pronti a raccogliere suggerimenti. A me interessa l’obiettivo”.

“Noi abbiamo proposto un’idea che c’è nel contratto. È stato approvata all’unanimità dalla commissione Bilancio in parlamento. Se ci sono altre idee sono felice. Questo lo dico ai signor no che ci sono dentro e fuori”, ha aggiunto il leader del Carroccio.

Sui minibot è intervenuto anche il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, che ha affermato: “Però lo strumento non esiste e quindi c’é da chiedersi come sarà accettato. Credo che le imprese sarebbero più contente se venissero pagate con dei bot veri”.

Minibot polemiche governo | Il commento di Alessandro Di Battista

A tornare nel dibattito politico intervenendo sulla questione anche Alessandro Di Battista. L’esponente del Movimento 5 Stelle ha dichiarato: “Ma Tria l’ha letto il contratto di governo quando ha accettato di fare il Ministro dell’economia? A pag. 21 del contratto, proprio rispetto ai debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese si parla di utilizzare ‘strumenti quali titoli di stato di piccolo taglio’, ovvero i Minibot. Se poi Tria preferisce rispondere a Moscovici più che al Popolo italiano beh ce ne faremo una ragione”.

Per Di Battista “È evidente che le imprese che vantano crediti con la Pubblica Amministrazione hanno tutto il diritto di essere pagate in fretta. Io, a meno che il Ministro Tria, in pochissimi giorni, non trovi una soluzione alternativa, reputo molto intelligente la proposta dei Minibot. Vi invito ad informarvi autonomamente senza dare retta ai paladini del ‘tanto son si puo’ fare’)”.

“Un’ Italia non più suddita di regole obsolete, dei diktat di Francia e Germania o del capitalismo finanziario evidentemente fa paura a molti e provocherebbe reazioni da chi ci tiene da decenni al guinzaglio. Francamente lo si sapeva. D’altro canto il cambiamento non è mai indolore, se è indolore non è vero cambiamento”, ha concluso Di Battista.

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