Mimmo Lucano si candida alle comunali di Riace e sfida Salvini: “Voglio un confronto pubblico con lui”
L’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano vorrebbe partecipare a un confronto pubblico con il vicepremier leghista Matteo Salvini.
Lucano, rinviato a giudizio per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e abuso d’ufficio, è attualmente sottoposto a divieto di dimora nel Comune in provincia di Reggio Calabria. Ciò nonostante ha deciso di candidarsi come consigliere comunale alle elezioni amministrative del prossimo 26 maggio: Lucano sostiene la candidata sindaco Maria Spanò, della lista “Il cielo sopra Riace”.
“Riace è stata l’opera pubblica più bella della Calabria, non possiamo lasciare che la distruggano”, dichiara l’ex sindaco in un’intervista al quotidiano La Repubblica. “Credo nel potere dei governi locali di cambiare le cose dal basso puntando sulla partecipazione diretta”.
“Siamo sempre stati eletti con percentuali di voto crescenti, ma gli eventi di questi mesi hanno creato sconforto e divisioni”. Di certo ci impegneremo perché è una sfida che va oltre il territorio. In tutta Italia c’è bisogno di umanità”.
Lucano spiega di aver rifiutato una candidatura per le europee. “Ho rifiutato, la sfida è qui, e io non mi sottraggo al confronto né ai processi, come hanno fatto alcuni ministri”, dice con riferimento al caso Salvini-Diciotti.
“Non cerco immunità. Ma inizio a pensare che ci siano cittadini di serie A e di serie B. Da quello che leggo, il sottosegretario della Lega, Armando Siri, è accusato di cose ben più gravi di quelle che imputano a me. Eppure lui è al governo, difeso dal ministro dell’Interno, e io in esilio”.
Lucano parla poi della candidatura della Lega alle amministrative di Riace: “Fino a qualche anno fa sarebbe stato assurdo”, osserva. “Se Salvini dovesse venire qui chiederei ai miei avvocati di presentare una istanza per permettermi di partecipare. Vorrei fare un confronto diretto e pubblico con lui”.
L’ex sindaco intanto si prepara alla prima udienza del processo a suo carico, in programma l’11 giugno. Lucano è accusato di aver favorito matrimoni di comodo tra cittadini di Riace e migranti e di aver realizzato una frode negli appalti della gestione dei rifiuti del Comune reggino.