Mimmo Lucano libero | Divieto di dimora Riace | Revocati arresti domiciliari
Il tribunale del Riesame ha stabilito la fine degli arresti domiciliari per Mimmo Lucano. Il sindaco di Riace (al momento sospeso) è libero ma con divieto di dimora a Riace.
Il tribunale ha così revocato la misura cautelare disposta dal giudice di Locri sostituendola con il divieto di dimora.
Lucano era stato costretto in casa sua dallo scorso 2 ottobre, quando venne arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e affidamento fraudolento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti a due cooperative della zona.
Intanto, con una nota del 9 ottobre resa pubblica quattro giorni più tardi, il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero degli Interni ha deciso il trasferimento dei migranti ancora ospiti nello Sprar gestito dal Comune di Riace.
Chi è Domenico Lucano
Domenico Lucano, il sindaco di Riace, è un simbolo dell’accoglienza per i migranti in Italia.
Nella piccolo comune calabrese, il primo cittadino è riuscito a sviluppare un modello di integrazione apprezzato dalle organizzazioni umanitarie, studiato nelle università europee e raccontato dal grande e piccolo cinema.
Wim Wenders gli ha dedicato un documentario, Il Volo, sette anni fa; Tiziana Barillà il libro Mimì Capastosta; la rivista Fortune lo ha inserito tra le cinquanta persone più influenti al mondo. Non solo: già nel 2010 Lucano si era classificato terzo nella lista, stilata da City Mayor, dei migliori sindaci del mondo.
Nato nel 1958, maestro di scuola, la storia di Lucano inizia negli anni Novanta quando, nel paese diventato famoso per il ritrovamento dei Bronzi di Riace, arriva un barcone carico di 800 rifugiati curdi. Insieme alla sua associazione Città futura, e al lavoro con l’amministrazione locale, Mimmo ha afferto ai migranti gli appartamenti abbandonati del comune spiegando che, se avessero voluto rimanere nel paese di pescatori, avrebbero dovuto seguire un corso di specializzazione e inserimento al lavoro.
Lucano è stato eletto sindaco per la prima volta nel 2004, di nuovo nel 2009 e infine nel 2014. Si trova ora al suo terzo mandato.
Nei giorni successivi all’arresto di Lucano, l’hashtag #IostoconMimmoLucano è diventato subito trending topic su Twitter. L’opinione di molti è che sia stato arrestato per aver disobbedito a leggi ingiuste e inefficaci e arrestato per motivi polici. “Se l’accoglienza è reato allora #arrestatecitutti“, si è letto in numerosi messaggi di stima e solidarietà.
Beppe Fiorello difende il sindaco di Riace: “Qualcuno si porterà sulla coscienza la vita di un uomo straordinario”. Ecco il suo commento.
Modello Riace: come funziona il sistema di accoglienza attaccato da Salvini
Riace è un comune di 1.726 abitanti della provincia di Reggio Calabria, noto per il ritrovamento, nel 1972, dei famosi Bronzi di Riace, due statue di bronzo di provenienza greca pervenute in un eccezionale stato di conservazione proprio a duecento metri dalle coste di Riace Marina.
Dal 2004, grazie alle politiche di accoglienza del sindaco Domenico Lucano, il paese e in particolare il centro storico ormai spopolato hanno concesso ospitalità a oltre 6mila richiedenti asilo provenienti da venti diverse nazioni, integrandoli nel tessuto culturale cittadino e inserendoli nel mondo del lavoro del piccolo borgo, ridando di fatto alla città di Riace una nuova vita. Nel borgo calabrese da tempo si pratica il sistema dell’accoglienza diffusa, con i migranti ospitati in appartamenti indipendenti.
Un modello che nel 2016 fruttò al sindaco Mimmo Lucano l’inserimento da parte della rivista Fortune tra i 50 leader più influenti al mondo.
Il borgo calabrese è tornato al centro delle cronache dopo che l’attuale ministro dell’Interno Matteo Salvini, in un video che sta circolando in rete, ha attaccato il sindaco di Riace, criticando il sistema di accoglienza dei rifugiati utilizzato da Mimmo Lucano nella sua città.
Il 2 ottobre 2018 il sindaco è stato messo agli arresti domiciliari con l’accusa di istigazione dell’immigrazione clandestina.
Il tutto è iniziato nel 1998, con lo sbarco di duecento profughi dal Kurdistan a Riace Marina. L’associazione Città Futura (dedicata al parroco siciliano Don Giuseppe Puglisi, ucciso dalla mafia) ha deciso di aiutare i migranti appena sbarcati dando loro a disposizione le vecchie case abbandonate dai proprietari, ormai lontani dal paese.
Grazie alle sue politiche di inclusione, il primo cittadino di Riace è riuscito a dare ospitalità non solo ai rifugiati (ora 400 in tutto il paese), ma anche a tutti gli immigrati irregolari con diritto d’asilo, mantenendo in vita servizi di primaria importanza come la scuola e finanziando il piccolo comune con micro attività imprenditoriali legate all’artigianato.
Ci sono infatti laboratori tessili e di ceramica, ma anche bar e panetterie per arrivare alla raccolta differenziata porta a porta, garantita da due ragazzi extracomunitari e trasportata attraverso l’utilizzo di asini.
L’integrazione dei migranti è assicurata da circa settanta mediatori culturali assunti dal comune e facenti parte del sistema Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), nato proprio per proporre, oltre le misure di assistenza e di protezione ai singoli beneficiari, il processo di integrazione sociale ed economica di cui Riace si fa promotrice.
Michele Cirillo, fotogiornalista romano, dopo aver viaggiato in paesi come Messico, Ecuador, Tanzania, Kurdistan, Turchia, Bosnia e Palestina per documentare i cambiamenti geopolitici degli ultimi anni, ha voluto realizzare un reportage anche dal piccolo comune calabrese, e ha condiviso con TPI i suoi scatti.
Il modello Riace rischia però di dissolversi a causa di mancati pagamenti dei fondi necessari per l’accoglienza.
“Dal maggio 2016 non riceviamo un euro dalla Prefettura. Abbiamo un sistema che funziona, ma iniziamo a pensare che dia fastidio. Da troppi anni siamo abbandonati”. C’era stata anche una spinta all’economia locale con 50 persone stipendiate come le maestre che fanno i corsi di italiano per gli immigrati adulti. Oggi anche il loro futuro è appeso a un filo racconta oggi il sindaco.
Per favorire autonomia e integrazione dei migranti, a Riace assieme all’euro circola una moneta esclusiva del posto, utilizzata ogni giorno dai migranti nei soli negozi riacesi per l’acquisto di cibo, vestiti e ricariche telefoniche. “Il ministero ci accredita queste risorse con molto ritardo, ci siamo inventati un’idea di moneta locale spendibile solo a Riace con riscontro positivo dell’economia locale”, spiegava il sindaco.
Il progetto è diventato un modello finché Mimmo Lucano non è stato indagato.
A lui vengono contestati i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato e dell’Unione Europea, concussione e abuso d’ufficio. In particolare, sotto la lente degli inquirenti era finito il rapporto tra il comune e le sei cooperative che gestiscono, senza aver vinto una gara pubblica ma solo attraverso delle convenzioni, i quasi due milioni di euro all’anno che finiscono a Riace per l’accoglienza.
“So quello che ho fatto e di certo non mi sono arricchito, qui si sta giocando con la vita di molte persone”, sostiene il sindaco. A Riace intanto è stato dichiarato lo stato di dissesto finanziario.
Mimmo Lucano si racconta: ecco chi è davvero il sindaco di Riace | Video
“Non è possibile concepire l’accoglienza umana quando si creano i ghetti, le discriminazioni, i sospetti. Deve prevalere una nuova relazione umana, legata semplicemente alla normalità, senza pregiudizi, senza secondi fini: così è possibile immaginare un riscatto sia per chi arriva sia per chi rimane”.
Sono parole pronunciate da Domenico Lucano, sindaco di Riace, in un video pubblicato sulla pagina Facebook del sito d’informazione Il Corsaro. Nel filmato Lucano, agli arresti domiciliari dal 2 ottobre 2018, racconta come è nato il modello di accoglienza dei migranti che, tra le altre cose, nel 2016 lo ha portato a essere inserito dal magazine statunitense Fortune tra le 50 persone più influenti al mondo.